massimo-massettiOgni anno in Italia sono 60 mila le persone colpite da arresto cardiaco, soprattutto giovani. Per contrastare questo fenomeno, che risulta essere la prima causa di morte nel mondo, nascerà presso il Policlinico Gemelli di Roma il primo Centro in Italia dedicato alle cure avanzate dell’arresto  cardiaco e di gravissimi eventi acuti cardiovascolari.  Nel Centro un gruppo multidisciplinare  di specialisti  lavorerà insieme per aumentare le possibilità di sopravvivenza e ridurre  le disabilità  dei pazienti sopravvissuti. Il Cardiac Arrest center è promosso dalla Onlus “Dona la vita con il cuore” , oltre che dal policlinico Gemelli. Presidente della onlus il primario cardiochirurgo  del Gemelli, prof. Massimo Massetti. “Le morti per arresto cardiaco sono il vero killer – ha affermato il cardiochirurgo di fama internazionale – Sono la prima causa di mortalità nel mondo occidentale. Le malattie del cuore colpiscono in due modalità: sia in forma acuta che in maniera lenta, distruggendo il patrimonio muscolare.  Sono 350 mila gli arresti cardiaci che si registrano ogni anno negli Stati Uniti, 750 mila in Europa e 50 mila in Italia. Per il 95 % di questi non ci sarà alcuna possibilità di sopravvivenza, perché la sopravvivenza fuori ospedale è appena del 5%”. Il prof. Massetti ha, quindi, sottolineato l’importanza di intervento nei primi minuti dall’attacco, minuti fondamentali che, con le dovute pratiche, devono  permettere che il sangue continui a circolare negli organi per evitare dei danni altrimenti irreversibili.  La sopravvivenza, infatti, si riduce del 10% per ogni minuto di ritardo sulla defibrillazione. Che fare, quindi, di fronte ad un arresto cardiaco? In primo luogo c’è l’allerta e subito dopo la pratica del massaggio cardiaco. Se non è sufficiente si ricorre al defibrillatore, visto che il 97% dei casi di arresto cardiaco sono causati da un cortocircuito elettrico, ovvero da una grande aritmia. Se non basta la defibrillazione si passa alla rianimazione cardio-polmonare specifica per finire con la cura del post arresto. Ma se il cuore non riparte?  Ecco che entra in gioco il Centro di cura avanzata, il Cardiac  Arrest center, in cui si identifica un percorso specifico per il paziente, realizzando terapie e pratiche innovative.  Il prof. Massetti ha, infine, sottolineato come il Centro  si proponga anche  di sviluppare percorsi  di formazione  per personale ospedaliero e laico  e come promuoverà attività di ricerca traslazionale nel campo dei fenomeni  fisiopatologici correlati con gli eventi cardiovascolari acuti, verificando la possibilità di trasformare  scoperte scientifiche in applicazioni cliniche disponibili per tutti i pazienti.

 Wanda Cherubini