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In occasione della X Giornata Mondiale dell’Emofilia oltre ai farmaci long acting e alla   terapia genica, al centro dell’incontro organizzato  dalla Federazione delle Associazioni Emofilici. tenutosi alle Scuderie di Palazzo Ruspoli a Roma, è stato il braccialetto Sa.Me.Da. L.I.F.E. Local Infomed For Emergency”, un nuovo dispositivo di sicurezza, progetto di Ivan Capelli, ex pilota  di Formula 1, ad essere il protagonista delle nuove speranze di più  9mila pazienti italiani affetti da questa patologia e da altre Malattie Emorragiche Congenite.

Questo supporto tecnologico in fase di sperimentazione, che garantisce una maggiore sicurezza nell’emergenza ed urgenza medica, è già impiegato in forma di pendaglio dai meccanici della scuderia della Toro Rosso, mentre in forma di braccialetto è in uso nella sperimentazione, definita congiuntamente con CSAI, la Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, in cinque Campionati Italiani, tra cui il prestigioso Campionato Italiano Gran Turismo. Il sistema garantisce l’identificazione della persona da parte del personale sanitario e l’accesso ai suoi dati direttamente sul luogo del sinistro, tramite smartphone o computer, evidenziando eventuali aspetti medici da tenere in considerazione nelle operazioni di primo soccorso.

“I tanti sportivi che convivono con l’alta velocità –  ha dichiarato  Ivan Capelli – evitano di pensare al pericolo: lo ignorano. Nel mio percorso da pilota automobilistico, non immune da incidenti, mi sono reso conto di quanto fosse importante poter fruire delle proprie informazioni mediche, migliorando l’intervento dei soccorritori nell’urgenza o nell’emergenza. Si tratta di un grande incremento della sicurezza personale, accessibile anche per le realtà lontane dal mondo sportivo ma vicine ad esso per necessità. Per questo motivo si è creato con FedEmo il desiderio di cominciare un progetto congiunto, sfruttando le reciproche esperienze e peculiarità.”

Il braccialetto sarà proposto ad alcuni Centri Emofilia pilota che lo renderanno disponibile. Sarà inizialmente utilizzato da pazienti giovani perché più pratici nell’interagire con le nuove tecnologie. Il braccialetto è la parte visibile del sistema: il software che lo supporta è in realtà un elemento altrettanto importante, poiché consente l’inserimento di dati clinici sia da parte dei professionisti del settore sanitario sia da parte dei pazienti, garantendo la gestione dei dati secondo più livelli di privacy. Una volta inseriti nel sistema i dati sono a disposizione per essere trasferiti nella memoria da 8GiB del braccialetto che, da quel momento, è consultabile sia attraverso l’impiego di uno smartphone sia da ogni PC dotato di connessione USB. I Centri Emofilia disponibili individueranno una serie di pazienti sul quale testare il progetto, che vede i clinici parte attiva e determinante per la correttezza e la qualità dei dati che saranno inseriti nel sistema e, di conseguenza, nel braccialetto.

Lavinia Macchiarini

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