Offese razziste al figlioletto e Agente aggredito reagisce, il Coisp replica al Procuratore di Udine: “Sia lui più equilibrato, non si censura un padre che difende un bimbo. Un Poliziotto non è un bersaglio passivo”
“Se c’è qualcuno obbligato al massimo dell’equilibrio possibile quello è certamente un magistrato che per lavoro decide della libertà, dell’onorabilità e della stessa vita della gente. E, comunque, il massimo dell’equilibrio possibile non può portare a subire in silenzio offese razziste al proprio figlioletto, calci alla propria auto ed un’aggressione fisica da parte del passante di turno. Nemmeno ad un magistrato si potrebbe chiedere di far finta di nulla di fronte a tutto questo. Ma gli si può certamente chiedere, invece, di non censurare pubblicamente un padre persino prima che sia stabilito senza ombra di dubbio cosa sia accaduto davvero, e comunque senza una parola di minimo sdegno verso chi si accanisce su un bimbo e su un uomo a causa di un posteggio!”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, replica duramente alla notizia diffusa dalla stampa di un episodio avvenuto a Udine dove, secondo le ricostruzioni giornalistiche, un Agente di Polizia in servizio alla Questura di Venezia, ma residente a Udine, aveva fermato la propria auto nei pressi di un chiosco di kebab, lasciando a bordo la moglie ed il figlio di colore, ed all’uscita dal locale è stato affrontato da un udinese di 52 anni che lo ha minacciato per l’auto parcheggiata male, quindi ha offeso il bambino di 22 mesi con frasi razziste e sferrato un calcio alla vettura. L’uomo ha poi cercato di colpire con un pugno l’Agente che ha reagito scaraventandolo a terra con un calcio. A quel punto l’aggressore si è sentito male ed è stato soccorso e ricoverato all’ospedale con una grave commozione cerebrale. Mentre la Questura di Udine si è messa subito all’opera per raccogliere tutti gli elementi utili a ricostruire con precisione la vicenda, il Procuratore Capo, Antonio Biancardi, sempre stando alle dichiarazioni attribuitegli dalla stampa, ha definito l’episodio “particolarmente scabroso”, affermando che: “Un esponente delle Forze dell’Ordine non deve mai travalicare. Dev’essere sempre equilibrato”, chiarendo poi che il comportamento successivo tenuto dal Poliziotto, che ha portato a casa moglie e figlio e si è subito presentato in Questura “non presenta profili di problematicità”.“Pronte le solite odiose distorsioni – si infuria Maccari -. Un Poliziotto è un uomo ed un padre come gli altri e non si può chiedere ad alcun uomo al mondo di non difendere la propria famiglia, i propri beni la propria incolumità. L’incauta e aberrante dichiarazione del Procuratore, la cui parole rilasciate pubblicamente hanno un peso alquanto particolare, ha avuto la sola conseguenza di far diventare l’episodio l’ennesima occasione di attacco e criminalizzazione di un Appartenente alla Polizia! E’ appena il caso di ribadire che indossare la divisa non può voler dire essere obbligati a subire passivamente qualsiasi angheria e violenza, e soprattutto lasciare che ciò accada anche ai propri familiari, e che se i magistrati non vengono censurati neppure di fronte agli errori più grossolani o anche peggio, dovrebbero avere il buon gusto quantomeno di criticare i comportamenti ‘scabrosi’ di chiunque, nel qual caso certamente quelli tenuti da chi ha aggredito l’Agente, e non solo di un Poliziotto che si è semplicemente difeso, e rispetto al quale il magistrato in questione non è ancora in grado di esprimere alcun commento sotto il profilo giudiziario, e non potrà mai farlo come ha fatto sotto il profilo umano”.

