Il premier iracheno, Nuri al-Maliki si è dimesso. Il capo del governo iracheno era al centro di una forte diatriba, invitato da più parti, comunità internazionale in testa, a dimettersi e lasciare campo libero al tentativo di creare un governo di riconciliazione nazionale. Finora aveva dimostrato di voler conservare il potere acquisito e di voler restare fino alla fine al suo posto a qualsiasi costo. Alla fine, per fortuna, il primo ministro ha gettato la spugna ed ha accettato di lasciare campo libero ad Haidar al-Abadi. Quest’ultimo gode dell’appoggio di tutti compresi gli USA. Potrebbe essere l’uomo che riuscirà a dar vita ad un governo di ‘larghe intese’ che dovrà ristabilizzare il Paese. Una sfida che al-Abadi ha raccolto con entusiasmo e si è messo subito al lavoro. Quello di tentare di ricucire le divisioni etnico-confessionali che al-Maliki aveva invece, ulteriormente accentuato. Sono proprio le profonde divisioni nel Iraq ad aver favorito il primeggiare finora, dei jihadisti sunniti di quello che ormai è chiamato Califfato Islamico.

