Yun_Byung-seLa Corea del Sud sembrava seriamente  intenzionata a portare avanti il suo progetto di costruire un impianto turistico su una delle isole contese con il Giappone. Questo, nonostante l’opposizione di Tokyo al progetto. Improvvisamente ha poi, fatto marcia indietro. E’ dal 2008 che la Corea del Sud coltiva un progetto di costruzione di un impianto turistico sulle isole. Nel 2014 poi, per finanziarlo sono stati stanziati circa 2,7 mln di dollari e lo scorso 20 ottobre è stata indetta anche una gara di appalto rivolta a tutte le società del Paese per costruire l’impianto su una delle isolette. Alla fine del mese scorso però, la gara è stata  annullata e successivamente cancellata. Un’improvvisa decisione che  è stata presa nel corso di una riunione dei ministri presieduto dal primo ministro Chung Hong-won. In merito il ministero degli Esteri, Yun Byung-se ha spiegato che il progetto è stato sospeso per effettuare ulteriori valutazioni di sicurezza e ambientali. Per i media sudcoreani invece, la verità è un’altra. Sembra che sia stato lo stesso capo della diplomazia di Seoul ha chiedere l’annullamento della gara di appalto perché preoccupato dal crescente attrito a livello diplomatico con il Giappone che essa aveva scaturito. Una rivelazione che ha  però, scatenato la reazione e forti critiche al governo da parte dell’opinione pubblica sudcoreana. Queste isole contese, Dokdo per i coreani, Takeshima per i giapponesi, sono controllate da Corea del Sud dal 1954. Seoul vi ha anche distaccato delle guardie di frontiera. Il Giappone ne afferma invece, la sovranità  e contesta il possesso delle isole alla Corea del Sud. Seoul replica affermando che sono sue e che le furono sottratte in seguito all’occupazione imperialista giapponese della penisola coreana, 1910-1945. Le isole sono poco più che dei grossi scogli disabitati che affiorano nel Mar del Giappone a metà tra la penisola coreana e l’arcipelago nipponico, ma il mare è molto pescoso. Questa contesa territoriale non è l’unica che riguarda il Giappone che uscito sconfitto dalla seconda Guerra Mondiale si è visto ‘togliere’ diverse di queste  isole. Oltre che con la Corea del Sud vi sono infatti, altre contese che riguardano la  Russia, la Cina e Taiwan. Questi, contendono a Tokio la sovranità di numerosi ‘isolotti’  che hanno la ‘fortuna’ di emergere in aree marine in cui sono stati scoperti importanti  giacimenti di petrolio e gas naturali e il cui mare è noto per la sua pescosità. Le isole contese con la Russia sono le Curili. Il Giappone ne rivendica la sovranità, mentre  la Russia le amministra dopo averle strappate all’ormai agonizzante Giappone, dopo  le due bombe atomiche, alla fine della seconda guerra mondiale. L’allora Urss infatti, invase  e occupò Kunashiri, Etorofu, Shikotan e Habomai, le quattro isole di situate a  nord di Hokkaido, dopo aver dichiarato guerra al Giappone  che ormai aveva capitolato davanti alle potenze occidentali. Fino ad allora la nazione degli Zar non aveva mai vinto nessun confronto militare con il Giappone. A causa di questo contenzioso territoriale ancora aperto non è stato nemmeno firmato nessun trattato di pace tra Russia e Giappone, per cui i due Paesi sono da considerarsi tecnicamente ancora in guerra tra loro. Con la Cina invece, il contenzione è per le isole,  che sono chiamate Senkaku dal Giappone, Diaoyu dalla Cina e Diaoyutai da Taiwan. Una sovranità rivendicata sia dalla Cina sia da Taiwan che ha portato addirittura Pechino e Taipei  a trovarsi di fatto, alleati nella disputa contro il Giappone, malgrado Taiwan sia considerata dalla Cina una provincia ribelle. Dietro a queste rivendicazioni territoriali nazionalistiche si nasconde però, un’altra verità. La disputa intorno a questi scogli si è accesa in particolar modo dopo che negli anni’70 nel loro mare, già molto pescoso, sono stati individuati grossi giacimenti di petrolio e gas naturale. Per cui averne la loro sovranità garantisce il diritto esclusivo allo sfruttamento di queste enormi riserve di gas e olio minerale oltre che della pesca delle acque circostanti. Un ingente patrimonio energetico che secondo alcune stime garantirebbe un apporto di risorse per almeno i prossimi cinquant’anni. Un tale patrimonio quindi, riveste una grande importanza specialmente per il Giappone, che ora come non mai necessita di acque pescabili e fonti di energia alternativa, dopo la disattivazione di quasi tutti i reattori del Paese in seguito all’incidente nucleare di Fukushima. La sovranità degli isolotti garantirebbe anche il controllo sulle importanti rotte nautiche che passano nella zona.

Ferdinando Pelliccia