macchinaGianluca Di Prospero, ideatore della Macchina di S. Rosa giunta seconda con il motto “Rosa nel cuore” (il nome lo avrebbero potuto scegliere, secondo la volontà dell’ideatore, i viterbesi stessi con un piccolo referendum ndr.) illustra la sua creatura ed anticipa di aver preso i suoi provvedimenti in quanto “avrebbe trovato dei presupposti per presentare ricorso”. “Sono in attesa di verifica – spiega Di Prospero- Sono quattro volte che partecipo ai concorsi per la Macchina arrivando sempre vicino alla vittoria. Ma adesso, avendo deciso che sarà l’ultima volta a cui parteciperò, visto che si tratta anche di un impegno economico, dato che per fare un progetto all’altezza bisogna rivolgersi a dei professionisti seri (ho speso 8 mila euro ed acceso un prestito per i prossimi 5 anni, ndr.), ho deciso di intraprendere questa strada. Quindi, sono arrivato secondo, ma non è detta l’ultima parola”. Di Prosero spiega tutto ciò dichiarandosi di certo deluso, ma non arrabbiato. “Sto verificando con molta serenità. Lungi da me voler vincere in questa maniera, ma avendo riscontrato che qualcosa è successo non ho potuto far altro che prendere i dovuti provvedimenti e sto attendendo una verifica. E’ di certo antipatico fare un ricorso, ma attendiamo lumi”. Sul giudizio espresso dalla commissione Di Prospero afferma: “La commissione quando giudica le Macchine esprime un giudizio insindacabile, ma  è pur sempre un giudizio soggettivo. Io non nascondo che ci speravo molto nella vittoria. La peculiarità della mia Macchina sta nel gioco di luce tant’è che aspetto con impazienza la mostra alla sala degli Almadiani per far vedere a tutti la Macchina illuminata.  Forse se la commissione l’avesse accesa – prosegue Di Prospero – avrebbe creato problemi a chi ha vinto”. Per quanto riguarda la vincitrice “Gloria” di Ascenzi, Di Prospero commenta: “La vedo molto carica, come uno spot per Milano, per il Duomo. Ci vedo poco Viterbo. Sicuramente a Milano l’apprezzeranno molto. Richiama le guglie del Duomo, propone un gotico imponente che a Viterbo non c’è , insomma, ricorda più le cattedrali gotiche che le nostre chiese. Almeno da quello che ho potuto vedere dalle foto, visto che non sono andato alla presentazione della Macchina”. Tornando a “Rosa nel cuore”, il suo ideatore  spiega come sia nata. ” La Macchina fondamentalmente  si ispira a San Francesco, è una Macchina francescana perchè riporta i 4 elementi delle natura: l’aria, l’acqua, la terra ed il fuoco. Anche il colore bianco-giallo richiama il Vaticano, il Papa. E’ una Macchina spirituale, ma anche di facile impatto, concepita in modo che potesse riempire gli occhi di un bambino. Al contempo nasconde molti significati religiosi, spirituali e terreni. La base, composta dai monumenti di Viterbo, rappresenta l’elemento terra, il fuoco è rappresentato dalla fiamma viva e l’acqua dalle tre fontane (piazza Fontana Grande, piazza della Rocca e piazza delle Erbe). Da questa base terrena, fatta coi i monumenti principali di Viterbo, partono degli archi di luce che formano delle radici di un albero di luce che ha i rami con le stelle, una sorta di petali stilizzati  portati da angeli imponenti con ali aperte, pronti a spiccare il volo. Le loro ali sono traforate perchè lasciano uscire la luce che parte dall’interno. Per fare le stelle abbiamo scelto un materiale hi-tec con fari speciali che non fanno vedere il faro, ma una luce omogenea. Gli angeli accompagnano, tra il terreno della base e la luce eterea,  Santa Rosa in cielo e man mano che si sale le rose si chiudono fino ai piedi della Santa: è lei il fiore stesso. Nella base, inoltre, ho riportato la scritta “Viva Rosa”. L’ideatore esprime poi dei ringraziamenti per il prof. Giuseppe Orlandi, insegnante di Storia dell’arte, che ha collaborato con lui offrendogli dei  preziosi suggerimenti, per l’architetto Marco Ciamatore e la Provideo per la realizzazione del bel filmato sulla Macchina. Per quanto riguarda il tempo impiegato per questa nuova Macchina Di Prospero ci dice di averci lavorato subito dopo la sconfitta di 6 anni fa, dopo l’altra grande delusione. “Ora sinceramente basta – conclude – E’ la quarta volta che partecipo, mi sono invecchiato con la Macchina ed ogni anno diventa sempre più difficile sia economicamente che come impegno. Arrivare ventesimi ti fa capire che devi smettere, ma per quattro volte sono arrivato sempre vicino alla vittoria e ti fa capire che è un gioco a cui non mi sarà permesso vincere”.

Wanda Cherubini