viterUna ragazza di 23 anni, dal giorno alla notte, viene strappata dalla sua famiglia e condotta in una casa famiglia di Narni. La giovane, con disabilità media, Francesca Mastrolonardo, viveva con la madre in una piccola casetta del centro di Tuscania. Seguiva corsi di ippoterapia, dipingeva, aveva anche un piccolo negozio in cui vendeva i suoi oggetti. Ma il 27 marzo scorso i Carabinieri di Tuscania,  a seguito di decreto del tribunale di Viterbo, l’hanno accompagnata in una casa d’accoglienza di Narni. A seguire il caso della giovane l’avvocato Enrico Mezzetti con il giornalista Francesco Ruotolo che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa, presso lo studio del legale, alla presenza della madre di Francesca, Laura Tramma e della zia. “La ragazza è stata portata alla casa famiglia, sulla base del non accordo dei genitori sul percorso riabilitativo della stessa – ha spiegato Ruotolo –  Il problema è quello di restituire la libertà a questa persona privata dei suoi diritti fondamentali. Il provvedimento che ha preso il tribunale, sulla base di una perizia di una neurposichiatra della Asl, è del tutto iniquo.  I genitori sono separati, uno vive a Vetralla, l’altro, la madre a Tuscania e perentrambi Narni è distante. C’è un sequestro di persona, si tratta di una persona maggiorenne sottratta agli affetti personali”. L’avvocato Mezzetti ha, quindi,posto l’attenzione sugli aspetti giuridici del caso ed ha così esordito: “Non possiamo aspettare i tempi della giustizia. Anche i Carabinieri sono rimasti scossi da questa vicenda, costretti a prelevare la ragazza ed a trasportarla in questa casa famiglia. La giovane ha cominciato ad urlare ed anche un’assistente sociale di Tuscania non è rimasta indifferente.Il paradosso è che questa giovane starebbe beneficiando di questo provvedimento emesso dal giudice tutelare. Siccome c’è conflitto tra i genitori e la figlia ha difficoltà a vedere il padre, allora lasi toglie pure alla madre che la starebbe plagiando. Questa è la motivazione che ha portato il giudice tutelare ad emanare il provvedimento”. Eppure, carte alla mano, tutte le precedenti rilevazioni hanno confermato l’affidamento di Francesca alla madre, che tra l’altro, è laureata in Pedagogia e si è psecializzata proprio sui ragazzi ipodotati. “La neuropsichiatra, sulla cui perizia è stato emesso il provvedimento – ha ricordato Mezzetti – ha visto Francesca l’ultima volta ben due anni fa. Il giudice tutelare  non l’ha mai vista e si è basato solo sulla relazione della neuropsichiatra. Dal 27 marzo non si sa più niente di Francesca. Npon ci fidiamo affatto della casa famiglia. Consideriamo poi che la ragazza costa al Comune ben 100 euro al giorno”. L’avvocato presenta anche un’inchiesta al riguardo sulle 1800 case famiglia italiane dove si evidenzia come vi sia un giro d’affari di un miliardo di euro l’anno. “Noi non ci fidiamo del giudice tutelare, della neuropsichiastra, della casa famiglia – ribatte l’avvocato Mezzetti – Vogliamo che la ragazza torni in famiglia. Ho, quindi, depositato il 2 aprile  un richiamo alla Corte d’appello di Roma, il cui fascicolo ad oggi deve essere ancora assegnato ed ho presentato anche una denuncia penale sia peri fatti avvenuti che per futura memoria”. Il giornalista Ruotolo pone l’accento sul fatto che la ragazza due volte la settimana seguiva ippoterapia e frequentava un centro giovanile dove creava sculture di ceramica e dipingeva. “Gli assistenti sociali di Tuscania le avevano assegnato anche un punto vendita nel mercatino rionale settimanale dove esponeva le sue creazioni – ha affermato Ruotolo. Con l’assistita domiciliare Francesca Bartoli aveva avviato ache un percorso riaiblitativo per attività domestiche e di autonomia, recandosi da sola al centro giovanile. La cosa più grave è che ora anche questo percorso riabilitativo è stato stroncato e non si sa quando riprenderà, nè in che stato potrà trovarsi la ragazza. Non credo che in questo momento la vita di Francesca sia serena”.  Eppure questa incredibile vicenda si potrebbe risolvere semplicemente come dice l’avvocato: “Basterebbe  che il giudice tutelare revocasse quel decreto. Questa sarebbe la strada più immediata”.  Presente questa mattina anche una delle zie di Francesca, Roberta Tramma che ha asserito: “Vivo in Spagna e mi sono subito precipitata qui per l’orrore a cui è stata sottoposta mia nipote. La famiglia è stata interdetta da qualsiasi contatto con Francesca. Non abbiamo nessuna notizia sul suo percorso riabilitativo, nè se le stanno somministrando farmaci. e pensare che le stavo organizzando le vacanze ad Ibiza. Questo è stato un sequestro fuori da ogni logica umana.  Non ho il diritto nè di vedere o sentire mia nipote nè di sapere  a che cosa la stanno sottoponendo. Sicuramente non ci fermeremo qui e ci sarà un sit-in di protesta sotto il tribunale”.  Strazianti le parole della mamma di Francesca, che ricorda: “Da gewnnaio ci eravamo trasferiti in una casetta al centro di Tuscania, scelta in modo tale che Francesca a piedi potesse raggiungere i negozi. I servizi sociali di Tuscania ci sono stati incredibilmente vicini. Pensare che mia figlia si era ripulita tutte le finestre di casa prima che la protassero via. Mia figlia non aveva una lettera in bocca. Oggi usa il congiuntivo. Ama leggere e scrivere. Si compra i libri tascabili e l’ultimo che ha comrpato era sull’autostima. Con i primi 28 euro che ha ricavato dalla vendita dei suoi oggetti si era andata a fare i capelli.Prima che le portassero via il cellualre aveva anche chiamato lo zio pediatra a Napoli per chiedere come poteva uscire dalla casa famiglia per tornare a casa sua”.

Wanda Cherubini