Sargis-Ghazaryan“L’abbattimento del jet russo è un atto inaccettabile e gravissimo. Si sentono gli echi di una guerra fredda che, per fortuna, non esiste più”. Lo ha detto l’ambasciatore armeno in Italia, Sua Eccellenza, Sargis Ghazaryan, a margine della sua visita a Palazzo dei Normanni a Palermo, commentando l’abbattimento dell’Su-24 russo ai confini con la Siria. “Sarei cauto a esprimere giudizi definitivi – spiega l’ambasciatore – c’è una inchiesta in corso, ma se fosse vero quanto dice la Russia, sarebbe davvero un atto gravissimo. La Turchia negli ultimi anni non è stata del tutto trasparente sui propri interessi in Siria e in tutti i territori dove opera Daesh. Sarebbe, invece, utile per la sicurezza globale una netta presa di posizione del Governo turco”.

E ricorda che a tutt’oggi “non esiste un bilaterale tra l’Armenia e la Turchia. A cento anni dal genocidio armeno, la Turchia è ancora ostile. Dopo cento anni di negazionismo, paradossalmente i parenti dei responsabili sono ancora nel processo naufragante di negazionismo di Stato. La Turchia, come dicevo, è ancora ostile nei confronti della Repubblica armena. Non ci sono rapporti diplomatici, anche se noi, che siamo i discendenti dei sopravvissuti nel 2008 lanciammo un’iniziativa tesa a normalizzare i rapporti con la Turchia, supportata da Usa e Russia. Sono stati due anni di negoziato duri che hanno prodotto due protocolli sulla normalizzazione dei rapporti tra i due Stati. Ma all’indomani di quei protocolli, l’allora primo ministro Erdogan, oggi Presidente, non ratificò la firma. E’ una politica fallimentare”.

E tornando a parlare dell’abbattimento del jet, l’ambasciatore armeno spiega: “Io colgo questa occasione sulla scia dei fatti di ieri, chiedendo alla Turchia di essere un attore responsabile. Noi stiamo contribuendo alla sicurezza e alla stabilità del Medioriente partecipando con l’Italia alla missione Unifil in Libano, stiamo per triplicare la partecipazione perché ci sembra la cosa giusta da fare. Noi la nostra scelta l’abbiamo fata, alleati con l’Italia, in un quadrante geopolitico in cui eravamo alleati già duemila anni fa”.