“Sia concesso agli automezzi autorizzati al trasporto dei prodotti agricoli deperibili la possibilità di circolare liberamente”, è questa la richiesta più incensante che viene fatta dagli operatori del comparto agroalimentare.
A causa dello sciopero degli autotrasportatori, in atto dalla mezzanotte di domenica scorsa, in Italia le aziende produttrici del comparto agroalimentare sono state messe nella condizione di non poter commercializzare il loro prodotti, mentre i consumatori sono sempre di più in difficoltà nel fare la spesa a causa della penuria di merci nei punti vendita. Scarseggiano sprattutto i beni di prima necessità e questo ha generato nella gente una sorta di corsa all’accaparramento per paura di rimanerne sprovvisti.
Lascerebbe sbigottito chiunque quello che sta accadendo in questi giorni in Italia.
Sono almeno 50mila le tonnellate di prodotti alimentari deperibili che rischiano di andare al macero. Mentre, i danni economici sono enormi
per l’agroalimentare e per chi da esso ne ricava sostentamento, titolari edipendenti.
E’ questa la diretta conseguenza delle azioni messe in atto da alcuni lavoratori che per far valere i loro diritti li stanno togliendo a tanti altri.
A causa del blocco dei TIR non è infatti, garantito il ritiro dei prodotti deperibili dalle aziende produttrici che per questo motivo sono destinati a ‘perdersi’ con gravi danni economici per i produttori.
Queste merci infatti, una volta marcita diventa un rifiuto speciale e il suo smaltimento è a carico dei produttori.
A soffrire di più sono i comparti lattiero-caseario e dell’ortofrutta.
Sono infatti questi quelli le cui produzioni viaggiano quasi tutte su gomma.
La Coldiretti in diverse città della Penisola ha distribuito gratuitamente prodotti come frutta, ortaggi e uova bloccati nei punti di produzione e che altrimenti marcirebbero.
Oppure molti produttori si sono visti costretti a svendere il proprio prodotto pur di smaltirlo sul posto.
Ormai ai mercati arriva poca merce e tantomeno ne arriva ai supermercati.
Questi ultimi sono i più penalizzati dal blocco dei TIR in quanto essendosi interrotta la catena degli approvvigionamento non hanno modo
di rifornirsi.
Per i mercati rionali e i mercati degli stessi agricoltori la situazione è migliore in quanto qui sono gli stessi produttori a rifornire i banchi.
Secondo Coldiretti però, i principali mercati ortofrutticoli registrano perdite giornaliere che oscillano tra i 3 e i 7,5 mln di euro.
Tra le regioni italiane la più colpita è la Sicilia che è stata praticamente messa in ginocchio dalla protesta che nella regione è in corso dal 15 gennaio scorso. I dati siciliani sui prodotti andati finora al macero sono impressionanti. Tre milioni di litri di latte, 35mila tonnellate di ortaggi e altrettanti di agrumi, 200 tonnellate di pollame e migliaia di uova. Nel comparto floricolo sono andati persi 10 milioni di steli pronti per andare in distribuzione.
Sono in difficoltà però, anche regioni come Campania, Puglia, Calabria, Lombardia e Emilia Romagna.
Nella sola Lombardia per ora il danno alle aziende agricole è di circa un milione di euro. Mentre in Puglia il danno ai comparti ortofrutticolo e lattiero è stimato sui 10 milioni di euro.
Si stima che il danno totale derivante dal blocco della circolazione in tutta la penisola che impedisce le consegne dei prodotti deperibili è di circa 100 mln di euro. Un danno economico che lievita vertiginosamente se si considera che a causa della mancata consegna la grande distribuzione europea è pronta a sostituire il prodotto ‘made in Italy’ con quello proveniente da Paesi come la Spagna e l’Olanda.
A questo computo poi, vanno aggiunte le giornate di lavoro perse dagli operai agricoli e dell’industria agroalimentare.
Questi lavoratori si sono dovute fermare per mancanza di materia prima. E solo il 10% di essi ha potuto lavorare.
Portando ad esempio sempre la Sicilia, si sono perse 50 mila giornate lavorative e una perdita di salari per circa 3 mln di euro.
Una bella ‘mazzata’ per chi riesce a stento ad arrivare a fine mese e per l’intera economia italiana.
A causa dello sciopero dei TIR i consumatori sono sempre di più in difficoltà nel fare la spesa con gli approvvigionamenti che scarseggiano ed i prezzi che aumentano ingiustificatamente.
La situazione ha infatti, dato modo a qualcuno di approfittare e speculare. Con le merci bloccate nei centri di produzione, mentre gli scaffali dei supermercati sono vuoti i prezzi dei prodotti che si riescono ancora a trovare nei punti di vendita sono volati alle stelle. Prezzi che per
alcuni ortaggi sono addirittura aumentati del 40 per cento e oltre.
Tra i generi alimentari che mancano quello più carente è il pesce fresco e chi riesce ancora ad acquistarlo è costretto a pagarlo a ‘peso d’oro’.
Nessun pescatore è uscito in mare a casa della penuria di gasolio, ma anche perché in alcune zone della penisola ha aderito alla protesta dei TIR.
Adiconsum oggi ha chiesto l’intervento della Guardia di Finanza e di Mr. Prezzi per colpire le speculazioni che stanno operando alcuni esercizi commerciali, sfruttando il blocco dei TIR.
In diverse regioni la Coldiretti ha però, voluto lanciare un segnale positivo nei confronti dei consumatori.
Le imprese agricole della Puglia oggi hanno distribuito gratuitamente prodotti agricoli. In particolare stamani a Bari sono stati regalati oltre 100 quintali di ortaggi tra cime di rape, verze, cavoli e anche oltre 5mila carciofi.
L’iniziativa voluta in tutta Italia da Coldiretti è stata denominata ‘Coraggio Italia’. Il suo obiettivo è appunto quello di denunciare le perdite subite dagli agricoltori a causa del blocco dei TIR, ma anche quello di combattere le speculazioni in atto regalando ai consumatori prodotti che rischiavano di finire al macero.
Ad essa hanno aderito anche le imprese agricole della Sicilia.
In molte città dell’isola sono stati distribuiti gratuitamente prodotti siciliani come frutta, ortaggi e uova.
Oggi anche gli agricoltori dell’Emilia Romagna hanno distribuito gratuitamente la loro frutta e verdura bloccata nei magazzini a causa dello
sciopero degli autotrasportatori. La distribuzione è stata fatta presso alcune mense dei poveri.
Anche le imprese associate alla Coldiretti del Lazio stamani, nel quartiere romano dell’Alberone, hanno distribuito gratuitamente a pensionati e bisognosi frutta e verdura.
Domani sarà la volta delle aziende della Calabria che regaleranno latte, frutta e verdura.
I problemi sono legati anche ai rifornimenti di carburante alle stazioni di servizio, che in molte città hanno esposto il cartello del ‘tutto esaurito’. La Federazione Autonoma Italiana Benzinai della Confesercenti, Faib, fa sapere che, nonostante il blocco dei TIR, i rifornimenti delle stazioni di
servizio sono per il momento garantiti in molte città. Però, la Faib ricorda che la loro autonomia è ridotta a causa della corsa al pieno in atto che riduce la disponibilità di carburante. Una disponibilità che in condizioni normali è di 4-5 giorni.
Il timore è che da domani molti impianti resteranno chiusi in quanto le compagnie petrolifere non riescono ad assicurare di continuo i
rifornimenti in tutto il territorio nazionale.

