“Parziale soddisfazione a Strasburgo da parte del Comitato dei Ministri per il maggior numero di sentenze che si è riusciti a eseguire nel 2011. Ma l’Italia è ancora maglia nera per la lentezza dei processi e anche per il ritardo nei risarcimenti. Addirittura qualche sentenza – relativa alle espulsioni – non è stata eseguita”. Così in una nota il Consiglio d’Europa. “Per alcuni paesi la situazione è notevolmente migliorata. In rapporto al 2010 addirittura dell’80%. Si rileva, cioè, la chiusura di 816 casi in più che nell’anno precedente. C’è purtroppo preoccupazione, però, per importanti problemi strutturali che non si riesce a superare. Per esempio, ci sono sentenze emesse già cinque anni fa che non sono state ancora eseguite, forse per la crisi che ancora incombe in Europa. Lo rivela il rapporto del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sul controllo del rispetto delle sentenze da parte degli Stati membri. Quello di quest’anno – uscito proprio oggi – è il primo redatto con le nuove procedure introdotte dalla riforma della Conferenza dei Ministri europei della Giustizia di Interlaken nel 2010, e che hanno notevolmente snellito la trasparenza e l’efficienza ella Corte, oltre che accelerato le procedure. L’Italia, però, non riesce a beneficiare della riforma. Anche quest’anno più di 2500 sentenze non sono state eseguite, cioè un quarto del totale. Siamo il paese europeo più inadempiente, primeggiando nella classifica negativa, precedendo addirittura la Turchia e la Russia, che ne hanno la metà. Purtroppo, tra queste inadempienze c’è anche il mancato rispetto di sentenze che riguardano l’espulsione di cittadini stranieri verso paesi che, secondo i giudici di Strasburgo, non garantiscono la della dignità e dell’incolumità fisica. A causa della mancata riforma giudiziaria che il Consiglio d’Europa sollecita da diversi anni, la maggior parte delle condanne subite dall’Italia riguarda ancora quest’anno la lungaggine dei processi. Anche le somme da risarcire sono aumentate rispetto all’anno precedente. Nel 2010 lo Stato ha dovuto indennizzare cittadini che hanno vinto il ricorso alla Corte europea per oltre sei milioni di euro. Nel 2011 la cifra è salita a otto milioni e mezzo”.

(AgenParl)