(AGENPARL) – Roma, 24 apr – Istituire una nuova Assemblea costituente per rivedere il testo fondamentale dello Stato italiano: è l’idea lanciata dalla deputata Stefania Craxi (Gruppo misto) tramite una proposta di legge costituzionale presentata il 20 marzo scorso.
“Se si vogliono affrontare alla radice i problemi del Paese – argomenta la Craxi – bisogna dare repentinamente avvio a una ‘grande riforma’ in grado di ridisegnare nuovi equilibri e di porre le basi per una ‘democrazia governante’ o, come sarebbe auspicabile, di una Repubblica presidenziale che sappia tenere il passo dei nuovi ritmi e dei nuovi modelli imposti dalla globalizzazione, della modifica in senso liberale del sistema Italia, ciò che solo una riforma organica del dettato costituzionale può oggi assicurare. È pertanto necessario e improrogabile promuovere quello ‘spirito costituente’ che è alla base della nostra Repubblica e che si è mirabilmente sintetizzato nell’Assemblea costituente del 1946, che ha posto le basi primarie per una crescita economica, civile e sociale dell’Italia che ha portato il Paese a essere tra le grandi potenze mondiali del nostro tempo”.
Secondo la proposta della parlamentare, la nuova Assemblea costituente sarebbe “composta da cento membri chiamati a redigere una organica e complessiva revisione del testo costituzionale da sottoporre, entro il limite massimo di due anni dal suo insediamento, ai cittadini elettori con l’ausilio dell’istituto del referendum popolare. Un’Assemblea costituente sovrana in materia di revisione costituzionale e che abbia come limiti la forma repubblicana, i princìpi fondamentali della Costituzione e le norme contenute nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e che non si occupi né direttamente né indirettamente della legislazione ordinaria e della materia elettorale”.
“Un’Assemblea costituente, eletta con un meccanismo proporzionale, con preferenze, rappresentativa di tutte le sensibilità e le culture politiche presenti nel Paese – talune oggi escluse dal Parlamento che pur rappresentano una porzione significativa della nostra società – che sappia deliberare e dibattere su una nuova forma di governo, su un nuovo equilibrio fra poteri democratici, sul superamento del bicameralismo perfetto e sulla riduzione del numero dei parlamentari e che non gravi ulteriormente per il suo funzionamento sul già pesante bilancio dello Stato. È questo un percorso politico e istituzionale – conclude la Craxi – una tappa obbligata per gettare le basi per l’approdo indefettibile e non più rimandabile a una ‘terza Repubblica’ che sia contrassegnata, similarmente com’è avvenuto in altre grandi nazioni, da una ropture costitutionel e da una democrazia rinnovata negli uomini e nello spirito”.