Convalidati gli arresti per i dodici attivisti esecutori, sabato pomeriggio, del blitz animalista contro Green Hill a Montichiari in provincia di Brescia. Il giudice ne ha disposto però la scarcerazione con, in uno dei casi, l’obbligo di dimora e per gli altri il divieto ad entrare nel territorio di Montichiari.

Le 8 donne e i 4 uomini, accusati di furto, resistenza a pubblico ufficiale e violazione di domicilio, hanno lasciato il carcere bresciano di Verziano in serata.
Ricordiamo i fatti. Sabato erano più di mille gli attivisti provenienti da tutta Italia a manifestare davanti all’allevamento di beagles di proprietà della Marshall. Chiedevano, come accade ormai da mesi, la liberazione dei 2500 cani rinchiusi in quello che gli animalisti hanno più volte definito un “lagher”. Nelle gabbie dell’allevamento bresciano nascono migliaia di cuccioli di beagle, razza particolarmente docile e remissiva, usata come cavia per testare nuovi cosmetici o farmaci. Trovato un varco nella recinzione dell’allevamento, i 12 attivisti erano entrati nella struttura e avevano rapidamente liberato circa una trentina di cani, consegnandoli alle persone rimaste al di là della recinzione, animali  letteralmente “svaniti” e portati in salvo in pochi secondi. Le forze dell’ordine ne hanno recuperati solamente tre.

Come detto gli attivisti sono stati tutti rilasciati tra gli applausi e gli abbracci di comuni sostenitori, che erano ad attenderli fuori dal carcere, e di esponenti del Popolo di Occupy Green Hill e del Coordinamento per fermare Green Hill.

In una nota la Società ha sottolineato come “le azioni violente e sconsiderate di sabato abbiano arrecato danni e messo a rischio la vita delle forze dell’ordine e degli animali stessi….Conduciamo un’attività legale, necessaria per la comunità medica e scientifica. Ricordiamo che, secondo le leggi internazionali, nessun farmaco può essere introdotto sul mercato senza aver condotto accurati studi sugli animali per valutarne la possibile tossicità…”.

A schierarsi dalla parte degli attivisti, subito dopo il blitz, Brigitte Bardot (che da sempre si batte in difesa dei diritti degli animali) con una lettera al ministro della giustizia Paola Severino: “Le chiedo di vegliare sulla liberazione di queste persone, che considero dei resistenti innocenti, che hanno salvato dall’inferno, al quale erano condannati senza possibilità di scampo, altri innocenti”.

Non si riesce certo a restare insensibili di fronte alle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, dei grandi e dolcissimi occhi di quei cuccioli che passavano di mano in mano senza rendersi conto di cosa stesse succedendo. Possiamo solo chiederci come sia possibile che nel 2012 non ci siano forme alternative per testare farmaci e la loro efficacia o tossicità, senza dover per forza di cose ricorrere per questo all’utilizzo di animali.

Emanuela Biancardi