(AGENPARL) – Roma, 03 mag – Dalle prime ore di questa mattina i finanzieri del G.I.C.O. della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli, con il concorso di personale e mezzi dell’Esercito Italiano del 210 Reggimento Genio Guastatori di Caserta, su disposizione della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli, e su autorizzazione del Gup presso il Tribunale di Napoli, stanno eseguendo le operazioni di sgombero della villa di Schiavone Nicola, figlio del noto boss Schiavone Francesco, detto Sandokan, capo dell’ omonima fazione del clan dei casalesi, entrambi attualmente detenuti. L’immobile fu sequestrato in data 12 luglio 2010 a seguito delle indagini del Ros di Napoli denominate NORMANDIA II che portò all’arresto di 17 persone, tra le quali anche politici ed imprenditori, per associazione per delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, turbativa d’asta, truffa, abuso d’ufficio ed altri reati. In data 21 febbraio 2012 il G.u.p. presso il Tribunale di Napoli, nell’ambito della sentenza che fra gli altri condannava l’ex consigliere regionale FERRARO Nicola, a conclusione del rito abbreviato, disponeva, tra l’altro, la confisca della villa e dei beni al suo interno esistenti, formalmente di proprietà dei suoceri di Nicola SCHIAVONE, ma di fatto di proprietà del capoclan. Si tratta di una villa di notevoli proporzioni, articolata su due livelli, per una superfiche totale di 291,60 mq, dotata di moderni e costosi impianti elettrici, di videocitofono e videosorveglianza, riscaldamento e climatizzazione in tutti gli ambienti, e presenta rifiniture di notevole pregio per un valore stimato di 1.200.000,00 euro. La casa era arredata con mobili di valore e di marchi famosi per un valore di circa 300.000 euro, che, per evitare azioni di ritorsione e danneggiamento, come purtroppo accaduto in passato per altri beni sottoposti a sequestro e confisca, saranno trasferiti presso un deposito, a disposizione degli amministratori giudiziari e dell’Autorità giudiziaria per la successiva vendita. Del resto l’intervento del personale e dei mezzi del Genio Militare per procedere alle operazioni di sgombero si è reso necessario per la difficoltà di reperire ditte private disponibili a tale operazione per il timore di subire azioni di ritorsione dal clan. L’attività s inserisce nel costante impegno di aggressione ai patrimoni che questo ufficio e le forze di polizia giudiziaria delegate stanno profondendo contestualmente alle attività repressive di carattere personale.

Lo rende noto la Procura della Repubblica di Napoli.