Stamani ad Umberto Bossi è stato notificato un avviso di garanzia.
L’ex segretario del carroccio è indagato per truffa ai danni dello Stato in concorso con l’ex tesoriere Francesco Belsito nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di Milano sulle presunte distrazioni di fondi della Lega
L’accusa riguarda i rimborsi elettorali ottenuti dal partito con un rendiconto, secondo l’accusa, infedele presentato nell’agosto del 2011.
L’accusa a carico del fondatore della Lega riguarda una presunta truffa ai danni dello Stato da 18 milioni di euro . La cifra corrisponde a quella che il partito ha incassato presentando, secondo l’accusa, un rendiconto infedele nell’agosto 2011 per avere i rimborsi elettorali relativi all’anno 2010.
Bossi era consapevole delle irregolarità nei rendiconti partito in quanto segretario della Lega Nord e firmatario dei rendiconti del movimento politico. Bossi era consapevole anche del fatto che i fondi del Carroccio venivano usati in modo inappropriato. Per questo motivo è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Milano.
Determinanti per gli inquirenti sono state anche le dichiarazioni della responsabile amministrativa di via Bellerio, Nadia Dagrada la quale a verbale ha dichiarato che Umberto Bossi era la persona che firmava i bilanci e i rendiconti della Lega.
Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati e il pm Paolo Filippini, che indagano sui fondi della Lega, hanno spiegato che l’iscrizione nel registro degli indagati di Umberto Bossi con l’accusa di truffa ai danni dello Stato è un atto di garanzia che dovrà comportare degli approfondimenti.
Indagati anche i figli Renzo e Riccardo.
I due figli del Senatur sono indagati per appropriazione indebita in relazione alle loro spese personali pagate, secondo l’accusa, con i fondi del partito.
I due rispondono di appropriazione indebita in concorso con l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito.
Indagato anche il senatore Piergiorgio Stiffoni accusato di peculato in relazione all’uso dei fondi del Carroccio del Senato. E’ stato iscritto nel registro degli indagati anche l’imprenditore Paolo Scala per riciclaggio.

