Trucioli di legno schiacciati e bolliti in acqua salata per una zuppa marroncina dall’aspetto poco invitante. Valore nutrizionale: zero. Questo è ciò che sono costrette a mangiare le famiglie del villaggio di Mahache, a circa cinque ore di auto dalla capitale del Mozambico, Maputo, per sopravvivere. Semplicemente non hanno altra scelta.

La maggior parte dei bambini mozambicani soffre di malnutrizione cronica. Secondo stime recenti, il 44% di questi hanno meno di cinque anni e vengono definiti tecnicamente “bambini fisicamente o mentalmente compromessi a causa di una grave malnutrizione”. Significa, cioè, che i loro sistemi immunitari sono così deboli che la loro suscettibilità alla malaria, all’HIV e ad altre malattie mortali aumenta a dismisura.

Ma il problema della siccità si estende ben oltre Mahache, e anche le previsioni per il futuro non sembrano incoraggianti. Gli esperti prevedono che nel prossimo decennio ci saranno 4 milioni di bambini malnutriti cronicamente in Mozambico, uno dei Paesi più poveri del mondo nonostante la recente e rapida crescita economica e la scoperta di grandi giacimenti di gas naturale.

La malnutrizione è ogni anno la principale causa di morte di 2,6 milioni di bambini. Inoltre, secondo un rapporto pubblicato da Save the Children nel febbraio scorso, i corpi e i cervelli di altri 450 milioni bambini non riusciranno a svilupparsi correttamente nei prossimi quindici anni a causa di un regime alimentare inadeguato.

I leader del G8 questa settimana hanno la possibilità di attivarsi, di fare qualcosa. Il tema della Food Security, infatti, è all’ordine del giorno del summit che si terrà il 18 e il 19 maggio a Camp David, nel Maryland. Prima del meeting, Barak Obama presenterà quella che è stata definita “nuova alleanza”. Si tratta di un’iniziativa che coinvolge alcuni Paesi africani – tra cui il Mozambico – e alcune compagnie del settore privato e che si propone si sollevare, nei prossimi dieci anni, 50 milioni di persone dalla povertà alimentare incrementando il volume di investimenti nel settore dello sviluppo agricolo.

Secondo Carina Hassane Ismael, di Indipendent Food Securuty e Nutrition Association, è necessario agire subito contro la malnutrizione, poiché essa “è un killer nascosto. Non è come una carestia. Può essere difficile da individuare perché i bambini non stanno in realtà morendo di fame”. L’aumento della disponibilità di cibo, quindi, non è necessariamente la soluzione. Tanti sono i fattori su cui deve lavorare se si vuole veramente superare il problema dell’arresto della crescita: migliore qualità alimentare, dieta equilibrata, aumento dell’igiene, stabilità dei prezzi dei generi alimentari, educazione alimentare e superamento di alcuni tabù alimentari (in alcune parti del Mozambico, ad esempio, i bambini e le madri che allattano non possono mangiare le uova, una fonte insostituibile di proteine).

“Il problema del G8 è che si elaborano piani che poi non vengono mai implementati”, sottolinea Rafael Uaiene, professore di sviluppo internazionale presso la Michigan State University con sede a Maputo, ed ex direttore del National Agricultural Research Institute del Mozambico.

Marcela Libombo, coordinatrice nazionale del SETSAN (Technical Secretariat for Food Security and Nutrition) nel Mozambico, si è dichiarata, invece, ottimista sul G8 che si aprirà domani e su quanto sta facendo il governo del Mozambico per fermare la malnutrizione. Intervistata dal Guardian, Libombo ci tiene a precisare, però, che è necessario legare le iniziative del summit allo sviluppo umano. “Solo parlando di persone si può veramente investire nel futuro”.

Luciana Coluccello