Ormai si parla solo di Ibrahimovic e del contratto faraonico che prenderà a Parigi, Destro lo vogliono tutti e dopo le varie ipervalutazioni fatte per Verratti che senza aver dimostrato ancora nulla nel grande calcio viene già valutato 14 milioni di euro, c’è chi cerca di fare una campagna acquisti senza grossi nomi, senza titoloni sui giornali ma sempre con grande passione e grandissimo fiuto per gli affari, ecco quello che i giornali non raccontano, ecco cosa succede nelle leghe minori del campionato italiano
Intervistiamo Giuseppe Campo, Procuratore e Agente Fifa
Cosa pensa di questo calciomercato povero e avaro di grossi campioni che raggiungeranno il nostro paese, che vede sempre più big del calcio salutare il nostro campionato e giovani promesse optare per campionati esteri?
Purtroppo questo è lo specchio della crisi economica italiana e del difficile momento storico che stiamo attraversando, oggi il mercato lo fanno gli sceicchi in Europa e il fair play finanziario di cui il signor Platinì andava così di vanto non viene preso in considerazione dalle squadre più ricche. Aspettiamo comunque le grandi che venderanno i pezzi pregiati per poi affrontare la serie A e probabilmente con quei soldi che arriveranno dai club esteri forse si muoverà qualcosina in entrata.
In vista della crisi economica appunto che vede anche il mondo del calcio adeguarsi a questa situazione, come si muove una squadra che milita in un campionato di lega minore e quali sono le strategie a cui optate?
Fatta eccezione per quelle due tre società di lega pro quali il Benevento, la Cremonese e il Perugia a parte queste che economicamente non hanno nulla di cui lamentarsi e quindi hanno piena libertà di fare un po di mercato, ad esempio il Benevento rimane la società più attiva sul mercato perché avendo un presidente con una società molto solida alle spalle riesce a spendere qualcosa in più anche di club che militano in serie B, mentre le altre vanno avanti con prestiti dalle primavere più blasonate recuperando anche con i minutaggi di questi giovani, in Lega Pro va molto questo minutaggio e le società grazie a questo riescono a pagare lo stipendio ai giocatori e questo è un po quello che è la Lega Pro, sia seconda che prima divisione oggi.
Facciamo un po di chiarezza sulla situazione dei contributi offerti per il minutaggio di giocatori giovani provenienti da squadra di serie A o serie B. e poi vorremmo sapere l’opinione di una persona che lavora nel settore e cosa pensa di questa politica?
La Lega Pro distribuisce i contributi federali alle società in base all’utilizzo dei giovani in campionato, con un regolamento che suddivide il denaro alle società aventi diritto attraverso il minutaggio dei giovani calciatori. Ogni squadra di Prima divisione deve aver tesserato almeno 8 giocatori nati dal 1989 in poi; per tutte le gare di campionato devono essere impiegati per tutta la partita almeno due giocatori in Prima divisione nati dal 1991 in poi (sono ammessi solo gli italiani): sono esentate tre partite a scelta, più le ultime tre di campionato, oltre a play-off e play-out. Un giovane deve essere impiegato per almeno 30 minuti: se sostituito con altro giovane ma di classe diversa, i minuti si sommano. Io sono contrario, io sono per sfoltire un po questa Lega Pro, se un giovane è bravo, è bravo in serie C in serie B e in serie A; se in prospettiva è bravo ci dovranno poi pensare le società di serie B e serie A a mandare in prestito il giocatore in lega pro, perché oggi un 90 o un 91 in c1 fa poco minutaggio e se non riesce ad esprimersi ad alti livelli viene tagliato fuori, allora per questo motivo dico di diminuire il numero delle squadre in Lega Pro e di far partecipare solo società che strutturalmente ed economicamente siano solide, solo queste. Quindi la riforma che è in atto, di fare un’unica lega pro è ottima. Non possono esistere tutti questi piani che puntualmente falliscono e ci ritroviamo ogni volta con squadre che vanno a gambe all’aria come se niente fosse e poi è sempre la Lega e la Figc che è costretta a rimetterci, perché quando una società fallisce spetta alla federazione, dopo qualche anno, dare in linea di massima qualche compenso ai giocatori delle società fallite quindi è un meccanismo che va cambiato totalmente e ripeto sono d’accordo nel fare un’unica lega solo con le squadre con dietro un buona solidità societaria.
Quali sono secondo Lei le prospettive per il nostro calcio, dalla serie A e via via scendendo a tutte le categorie e quale futuro ci aspetta?
Io vedo che le cose si stanno muovendo, anche se per essere competitivi siamo ancora lontani, ma penso che fra un paio di anni grazie anche a giovani importanti che stanno crescendo, ci sarà una buona base per ripartire, per quanto mi riguarda è brutto vedere i vari Verratti e Borini che lasciano la nazione o grandi campioni come Lavezzi, Ibrahimovic e Thiago Silva, gente che ha fatto storia in Italia. Però in prospettiva si sta cercando di ripartire da zero, dagli errori fatti e dobbiamo puntare un po’ di più sui giovani ma non come abbiamo fatto quest’anno e gli anni passati, mi riferisco sempre al minutaggio che ribadisco, secondo me, andrebbe tolto definitivamente; quest’anno qualcosa a livello di nazionale si è vista quindi ci vogliono dirigenti esperti non più dei tecnici messi la per caso e quant’altro.
Eros Tassan