Taranto, 28 ago.  ”Una viziata esecuzione del sequestro giudiziario” dello stabilimento siderurgico Ilva ”potrebbe comportare intuibili, gravi e presumibilmente irreparabili conseguenze in ordine alla salvaguardia degli impianti e della strategica capacità produttiva dell’azienda, nonche’ ai livelli occupazionali ed alle stesse finalita’ di tutela dell’ambiente e della salute pubblica poste a base della disposta misura cautelare”. Cosi’ scrive il Tribunale del Riesame di Taranto (sezione feriale), presieduto da Pietro Genoviva, giudici Filippo Di Todaro e Elvia Di Roma, che oggi ha accolto il ricorso (tecnicamente un ‘incidente di esecuzione’) dell’azienda contro l’esclusione decisa dal gip Patrizia Todisco del presidente Bruno Ferrante dal pool di custodi giudiziari incaricati di eseguire il sequestro dello stabilimento nell’ambito dell’inchiesta sul presunto inquinamento ambientale.

“Il Tribunale del riesame ha accolto le richieste dell’Ilva reintegrando nell’incarico di custode il presidente Bruno Ferrante. Cio’ consentira’ di proseguire nella strada indicata dallo stesso Tribunale del riesame il 7 agosto, vale a dire il necessario collegamento tra l’attivita’ dei custodi e dell’azienda, nella prospettiva della massima collaborazione finalizzata alla difesa del lavoro e della salute. E’ il momento della piena assunzione di responsabilita’ da parte di tutti, il provvedimento di oggi va in questa direzione”. Lo comunica in una nota l’Ilva.

(Adnkronos)