L’Istituto di Previdenza Per il Settore Marittimo, IPSEMA, ha deciso di estendere la copertura assicurativa dei rischi per gli equipaggi di navi italiane che compiono rotte internazionali non solo contro i possibili danni provenienti da conflitti derivanti da guerre ma anche contro episodi di pirateria. Il continuo ripetersi, infatti, di attacchi soprattutto a navi mercantili ma tentati anche contro navi passeggeri, ha spinto l’Istituto a comprendere nell’assicurazione anche queste eventualità. La copertura assicurativa parte con decorrenza gennaio 2009 e la misura del premio supplementare è pari al 5%.
La decisione si è resa necessaria considerando che la pirateria, fenomeno delinquenziale che sembra lontano da noi, dilaga invece in tutti i mari del mondo.
I nuovi barbari del mare hanno scelto ultimamente le coste della Somalia, dove gli attacchi sono aumentati del 75% rispetto agli anni precedenti. I pirati, solo al largo delle coste somale hanno attaccato, dall’inizio del 2008, più di cento imbarcazioni e catturato 42 di unità navali. Il fenomeno degli arrembaggi nei mari di tutto il mondo è stato, negli anni, abbastanza consistente, dati a disposizione dell’Istituto parlano di oltre trecento attacchi quattro anni fa e più di quattrocento nel 2003, con un tragico record però: 21 marittimi uccisi nel 2003 e 30 morti nel 2004. Solo nel primo trimestre del 2009 gli attacchi di pirateria sono stati 49 contro i 41 dello scorso anno nello stesso periodo, secondo i dati dell`International Maritime Bureau. La stessa autorità londinese rese noto che nel 2007 da gennaio a settembre ci sono stati 198 arrembaggi, contro i 174 registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.
Di fronte a tanta violenza tutti i Paesi interessati hanno reagito. Anche la Svizzera pur non avendo una grande tradizione militare si è detta pronta, qualche settimana fa, ad inviare truppe a difesa delle proprie navi.
Gli episodi di pirateria ai danni di navi mercantili hanno provocato l’intervento di truppe speciali oltre che svizzere anche russe e cinesi. Il nostro Paese, all’interno dello stanziamento per le missioni militari, ha deciso il finanziamento per circa 15 milioni di euro da destinare anche contro gli atti di pirateria internazionale.
“Ma in situazioni del genere – si è domandato il Commissario dell’IPSEMA, Antonio Parlato – nel caso di un infortunio dovuto ad un attacco di pirateria il marittimo è coperto dall’Ente pubblico che tutela i rischi ordinari e straordinari della navigazione corsi dagli equipaggi?”
La risposta è negativa e ciò ha spinto l’Ente ad estendere la copertura assicurativa oltre che al rischio guerra anche contro gli episodi di pirateria.
“L’Istituto – ha chiarito l’Avv. Parlato – ha formulato la proposta in considerazione della natura del rischio pirateria (assimilabile al rischio guerra) in quanto legata alle modalità con cui gli atti di pirateria si manifestano ad esempio con assalti armati attraverso apposite unità navali dotate di mezzi offensivi. L’estensione della copertura a fenomeni similari viene incontro, inoltre, ad un’esigenza concreta di protezione dei lavoratori marittimi, più volte manifestata dall’armamento che ha chiesto persino una protezione di carattere militare su alcune rotte di navigazione”.