Questa sera sul semi-sintetico del Meazza l’Italia ospita la Danimarca per le qualificazioni al Mondiale 2014. Juventus-Napoli sarà condizionata dalle scelte di Prandelli? Ecco cosa ne pensa Giorgio Ravaioli
Pubblichiamo l’editoriale, armonico nello stile e pungente nell’ironia, di Giorgio Ravaioli in uscita oggi sul periodico free press ‘San Siro Calcio’. Prandelli strizza l’occhio alla vecchia signora o no? I campani si lamentano a ragione sul possibile condizionamento della prossima gara di campionato?
“Fratelli d’Italia, l’Italia s’e’ desta, dell’elmo di Scipio s’e’ cinta la testa.” Dov’e’ la vittoria ci si chiedeva prima della trasferta in Armenia dopo che, in quella precedente, a Sofia, gli azzurri, invece di stringere la difesa a coorte avevano lasciato maglie larghe nella rete difensiva tanto da doversi accontentare di un non esaltante pareggio. E la vittoria a Yerevan e’ arrivata seppur dopo una prestazione tra chiaro-scuri e, diciamocelo, con una certa dose di fortuna. Non sappiamo se sia il caso di scomodare un’autentica icona del nostro calcio come Emiliano Mondonico- pontefice massimo nello stabilire il tasso di provincialismo riscontrato nella prestazione di qualsiasi competitore- ma, quel che e’ certo, e’ che almeno stasera la nostra nazionale non puo’ declinare l’invito di tutti gli appassionati-patrioti, ovvero quello di giocare da top team mondiale con tanto di corollario acconcio, fatto di padronanza del campo e mentalita’ da grande squadra.
In alto i cuori, dunque, ed in basso tutte le asperita’ verbali che hanno fatto eco a questo intervallo di campionato per gli impegni internazionali. Gia’ il campionato. Gira che ti rigira la lingua del pallone nostrano batte sempre su quel dente malato di sospetti, di reciproche scorrettezze che, per le ragioni opposte di parrocchie e parrocchiette, ammorba il clima di questi appuntamenti che per definizione dovrebbero smussare gli spigoli che tagliano il nostro movimento ed omogeneizzare le differenze. Almeno per qualche giorno. E invece no. Sorvolando sulla disputa su chi sia tra i diversi componenti del gruppo azzurro il piu’ indiziato o indagato,inquisito, perquisito o sospettato secondo una modalita’ figlia di un vero e proprio evergreen sortito dallo scandalo di stagione, continua a rimbombare la disputa sul diverso trattamento riservato ai giocatori juventini, schiumosa scia polemica lasciata al suo passaggio dal peschereccio gremito di mozzi della comunicazione battente bandiera napoletana. Ma come si fa ad accusare un tecnico navigato e ultra solvibile come Cesare Prandelli di vassallaggio verso i colori bianconeri? Inaudito! Mai e poi mai in passato e con altre gestioni si e’ parlato di alcunche’ di simile. Per questo ci abbiamo voluto vedere chiaro spremendo il tubetto delle informazioni, personalmente, sicuri di rendere giustizia al tecnico bresciano ed ai dirigenti che lo indirizzano. Bene, nulla di strano a nostro avviso se, come e’ dimostrato, i convocati della squadra campione d’Italia hanno fatto allenamenti defaticanti personalizzati. La briscola presto sara’ sport olimpico ed e’, ricordiamolo, particolarmente stressante sul piano psico-fisico. Ricordarsi i carichi che sono usciti e’ attivita’ pesante e la scelta convenzionale dei segni da farsi durante la partita stimola una destrezza da tesaurizzare per una migliore resa in campo. Prandelli, poi, non ha fatto sconti, imponendo autoritativamente di giocare con le gambe sotto e non sopra il tavolo come richiesto dai giocatori per assumere una postura tale da rilassare i polpacci anchilosati dalle battaglie sostenute. Chiaro? Gli allenamenti si sono svolti senza alcun privilegio ne’ dotazione particolare messa a disposizione dalla federazione. Il mazzo di carte utilizzato l’ha portato Buffon cosi’ come l’addetto a segnare i punti, un amico di Parma. Beh, ci sarebbe anche la questione delle maglie personalizzate… Che male c’e’ in fondo se i ragazzi di Conte indosseranno anche stasera una divisa di gioco con scritto sul petto 3- hanno tolto lo 0, bonta’ loro- sul campo + 2 Rimet? E che dire allora della maglietta 012 dei poveri Giovinco e Giaccherini che all’ingresso in campo venerdi’ scorso si sono trovati a dare la manina a due corpulenti difensori armeni con cui hanno dovuto ascoltare anche gli inni?
Ah, le malelingue, le malelingue. Come la storia secondo la quale Cesare Prandelli avrebbe parlato con Antonio Conte concordando chissa’ cosa e a quale fine… Ma quando mai, i due non si parlano, e’ ufficiale. Conte dal suo skybox, tramite telefonino, comunica solamente con Gabriele Pin. A Yerevan il vice di Prandelli l’ha addirittura messo in viva voce mentre visibilmente alterato avvertiva ” di’ a Massimo che se non toglie subito Pirlo scendo e lo faccio uscire io.” Massimo? Vabbe’, non stiamo a guardare il capello, al fulvo allenatore salentino si puo’ perdonare di confondere ogni tanto i nomi dei collaboratori. Ne ha evidentemente troppi.

