Pubblichiamo la lettera amara di un cittadino, «Dopo l’ultima riunione di Venerdì 12 febbraio ’10 nello studio della C.T.U., capii chiaramente che la giustizia non è un concetto alla portata di tutti.
I conteggi della CTU mostravano chiaramente che il conto dell’azienda di mio padre, in rosso dal 1980, già dal 2003 non sarebbe dovuto essere a debito ma addirittura sarebbe dovuto essere a credito. Nel 2003, per sovvenzionare un’azienda con ingenti problemi economici, mio padre fu costretto ad aprire un mutuo sull’appartamento di sua proprietà, sperando in una successiva ripresa aziendale. Il giorno dopo l’apertura di questo mutuo (che garantiva lo scoperto aziendale), mio padre versò nel conto della sua azienda ben 50.000 euro (la metà del finanziamento).
Oggi ci troviamo in questa situazione:
a) conto corrente aziendale scoperto di 80.000 euro circa
b) mutuo sull’appartamento dove viviamo di 85.000 euro circa
c) 40.000 euro di titoli a pegno dello scoperto aziendale, che sono stati venduti nel 2009 per abbattere il debito
Naturalmente la banca ha iniziato tutte le sue procedure per il recupero di questi crediti e per mettere all’asta l’appartamento dove viviamo.
Dopo essere riusciti ad ottenere un Accertamento Tecnico Preventivo dal tribunale di Milano, con nostra grande sorpresa scopriamo che:
a) Il conto corrente scoperto di 80.000 euro circa, tenendo conto dell’usura, dovrebbe essere a credito di 180.000 circa
b) Il sovvenzionamento di una società a responsabilità limitata attraverso l’apertura di un mutuo sulla prima casa è stata un’altra operazione illecita (per cui quei 50.000 euro versati dal mutuo sul conto aziendale dovrebbero essere nulli).
c) Tenendo conto del punto a), indirettamente siamo stati vittime anche di appropriazione indebita (i titoli non dovevano essere venduti)
La banca è consapevole di aver commesso questi illeciti, ma non basta un semplice A.T.P. per avere un risarcimento: servono soldi, tempo, conoscenze legali (anche penalisti e cassazionisti).
Solo due sono le strade possibili a questo punto:
1) La CTU presenta la perizia al giudice ed è obbligata, per legge, a fare una denuncia penale per usura nei confronti dell’istituto di credito reo di avere commesso il fatto
2) Si tratta in via stragiudiziale e si evita la divulgazione di informazioni che possano ledere all’immagine dell’istituto di credito
La banca naturalmente vorrebbe chiudere il caso e propenderebbe per il punto 2, ma vuole limitare i danni economici. Qual è la forza dell’istituto di credito? Sentii il legale della banca fare questa affermazione:
“Se dovessimo andare avanti i costi della C.T.U. saranno interamente a carico del ricorrente (ALMENO 10.000 EURO), e prima di avere un risarcimento passeranno anni, e dovrete sostenere anche altre spese perché vi condurremo anche fino alla cassazione!!!”

A questo punto mi resi conto, guardando l’espressione abbattuta di mio padre, di essere veramente un poveraccio che con molta probabilita’ non riuscira’ ad avere giustizia perche’ la legge non e’ proprio uguale per tutti, ma solo per chi se la puo’ permettere!!!!»

Alex Corigliano