La polemica sulla crisi del Monte Paschi di Siena si intreccia con quella elettorale. Ieri Giuseppe Mussari, ai vertici dell’istituto di credito toscano, si era dimesso dalla presidenza ABI, secondo alcuni anche troppo tempestivamente. Oggi il titolo crolla in Borsa, mentre Bankitalia, cui spettano forti poteri e responsabilità di controllo su tutto il sistema creditizio nazionale, ha emesso un comunicato con il quale, in sostanza, afferma di esser stata ingannata dalla banca: i vecchi amministratori, peraltro già sostituiti, avrebbero cioè occultato o manipolato la documentazione delle operazioni finanziarie più spericolate. Questo materiale sarebbe emerso solo successivamente.
Risposta indiretta ma precisa del ministro dell’Economia Grilli: «Non è un fulmine a ciel sereno, da un anno la banca è in una situazione problematica. Non ho evidenza di problemi simili in altre banche. Sui controlli dico solo che spettano alla Banca d’Italia». Duplice messaggio, indiretto ma chiaro: ai risparmiatori (state tranquilli) e a via Nazionale (fate il vostro mestiere).
Poiché notoriamente il Monte dei Paschi di Siena rientra nel sistema di potere della sinistra, inevitabilente le polemiche si intrecciano con il dibattito elettorale. Alfano, leader del PDL, chiama in causa Bersani: “Il PD faccia chiarezza.” Di rimando, Bersani si dice “preoccupato, ma non imbarazzato”. D’Alema infine dichiara che il suo partito non si è mai occupato del Banco: “Se n’è occupato il sindaco, che viene eletto dal popolo e non è del PD”.
GLC

