Divide et impera, si diceva ai tempi del grande Impero Romano. Probabilmente ne capivano molto più di noi riguardo il potere e la sua gestione. Giusto o sbagliato che sia, questo è uno dei precetti fondamentali alla base del potere, uno dei pilastri che forse non viene insegnato nelle facoltà di scienze politiche perché profumerebbe in parte di sovversione e in parte di autoritarismo. Ma la verità è questa: dividendo gli altri, si dominano tutti.
E dividere per comandare è quello che è accaduto in Italia con le ultime elezioni. L’obiettivo finale (a mio parere), era questo. Perché i dati sulle elezioni forniscono un chiaro quadro del paese che è diviso in quattro tra il centrosinistra, il centrodestra, il Movimento 5 stelle e gli astenuti. Questo panorama dovrebbe preoccupare molto più di quello che può sembrare al primo fugace sguardo. Il popolo è diviso in quattro spaccati e un popolo diviso combatte in fazioni e mentre è occupato a fare questo, chi governerà avrà molto campo libero.
All’apertura post elezioni, la borsa italiana segnava un calo di -1.98 e alle 13.30 si era portata a -4.40. Questo è l’evidente segno della fiducia che il mercato dà a questo nuovo parlamento, e all’ ipotetico futuro governo.
Siete davvero pronti all’uragano? Perché quello che è successo finora, è ancora niente.
Il paese è diviso, ce l’hanno fatta. Adesso creeranno un bell’impasto per far fuori i grillini dal parlamento, perché non illudetevi, l’Italia è questa. Un paese di favoritismi che ha ancora le facce di tangentopoli tra le sue file, con parlamentari che non si schiodano dalla poltrona nemmeno togliendola da sotto il sedere. Un paese disinformato o informato soltanto da chi ha in mano le briglie dell’informazione. Un paese di illusioni, diviso tra chi vuole continuare a evadere le tasse e non essere scoperto, e chi fa la coda alle poste per avere il rimborso dell’Imu. Divide et impera insegna la storia. Siamo noi quelli troppo cocciuti che non imparano.
Infine, dulcis in fundo, c’è chi mi chiede di non essere pessimista, di vedere il bicchiere mezzo pieno: peccato però che quel bicchiere io l’abbia pagato per intero, ma ne ricevo sempre e soltanto anche meno della metà.
Aristide Capuzzo