Roma, 15 mar. Dopo la cravatta, via anche la giacca. Gia` dalla seduta inaugurale di domani, alla Camera l`onorevole `descamisado` potrebbe diventare la regola. Ormai il deputato in maglione, camicia o giubbotto non farà più notizia. Merito dei grillini? Forse. Di certo lo `tsunami` scatenato dal Movimento 5 stelle si fa sentire, eccome. A Montecitorio, d`ora in poi, raccontano, i commessi, gli unici autorizzati a sindacare sull`abbigliamento dei parlamentari, chiuderanno un`occhio e saranno più permissivi. La scelta farà inorridire il re dell`eleganza, Lord Brummel, e tutti i deputati suoi fan, ma i tempi cambiano, fanno notare in Transatlantico, dove sono stati `pizzicati` con abiti casual non solo i `5 stelle`, ma anche esponenti del Pd (come il caso del sindaco Franco Ribaudo). In occasione delle registrazioni alla Sala del Mappamondo, i cronisti hanno notato che e` caduto anche quest`ultimo tabù dell`obbligo di giacca, previsto da una prassi consolidata da anni, ma da nessuna norma regolamentare. Allo stato, riferiscono autorevoli fonti parlamentari, esiste solo una delibera del collegio dei questori datata 27 giugno 1988 fortemente voluta dai Radicali (che impone la giacca, non la cravatta), ma questa `disposizione interna` vale solo per le visite del pubblico e non certo per i deputati. Di qui la libertà di look concessa a tutti, `grillini` in testa. Da domani, dunque, entrerà in vigore un doppio regime, distinguendo tra eletti e non eletti. Se un deputato non vorrà indossare un abbigliamento consono alla sede istituzionale, nessun commesso potrà costringere a indossare un `capo di cortesia` per sopperire alla mancanza. Spetterà al presidente di turno dell`assemblea (domani sara` il pidiellino Antonio Leone) intervenire e `richiamare all`ordine` l`onorevole che contravviene al dress code del palazzo.
(Adnkronos)

