Alma-Shalabayeva

Roma, 13 lug. Con l`espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia di 6 anni, l`Italia ha compiuto “un atto contrario al diritto internazionale, peraltro con procedura sommaria e persino sconosciuta alle nostre autorità politiche“. E anche la revoca di quell`atto, “non esonera il nostro Paese dal continuare a garantire l`incolumità della donna e della bambina“. Il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Nouri, commenta cosi` all`Adnkronos la vicenda che vede protagonista la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, rimpatriata dopo un blitz della Polizia, che lo scorso 29 maggio l`ha fermata in una villa alla periferia di Roma. Provvedimento revocato ieri dal governo. “La moglie e la figlia di un oppositore politico sono state rinviate in un Paese che non da` nessuna garanzia dal punto di vista della tutela dei diritti umani, dove e` praticata costantemente la tortura e dal quale il marito era andato in esilio“, denuncia il portavoce di Amnesty. Adesso, sottolinea, “e` importante chiarire come tutto questo sia accaduto, anche se e` difficilmente spiegabile“, ma soprattutto serve che l`Italia, se la donna vuole rientrare, “faccia tutto quanto e` nelle sue possibilita`, attraverso pressioni sul governo kazako, perché abbia la libertà di farlo“. Dunque “servono garanzie. L`Italia ha corresponsabilità in questa vicenda – conclude Nouri – perché in Kazakhstan ce l`ha rimandata“.