felicitaRecentemente sono stati diffusi dall’’Earth Institute della Columbia University i dati del 2013, dei paesi più felici.  Il 75% del punteggio è stato determinato da sei variabili: PIL pro capite – Aspettativa di vita sana – L’avere qualcuno su cui fare affidamento – Percezione di libertà di fare scelte relative alla propria vita – Libertà dalla corruzione – Generosità.

La classifica vede tra i primi posti l’Europa del nord: 1 – Danimarca,  2 Norvegia, 3 Svizzera, 4 Paesi Bassi, 5 Svezia.

Il paradosso è che proprio i Paesi più “felici” sono anche in testa alle classifiche per il numero di suicidi.  E’ stato rilevato da una ricerca condotta dagli studiosi dell’Università di Warwick in Gran Bretagna, dall’ Hamilton College di New York e dalla Federal Reserve Bank of San Francisco, che in Danimarca, Canada, Stati Uniti, Islanda, Irlanda e Svizzera si consumano molti più suicidi rispetto ai Paesi meno felici.  Andrew Oswald, dell’Università di Warwick commenta “le motivazioni sono ancora oscure ma possiamo immaginare che le persone insoddisfatte in un luogo felice probabilmente si sentono ancor più bistrattate dalla vita. Il contrasto può così aumentare il rischio di suicidio, ossia l’estrema punta di insopportabile infelicità”.

In riferimento agli Stati Uniti ad esempio, emerge che l’Utah è al primo posto tra le aree più felici e paradossalmente al 9 ° per il più alto tasso di suicidi. Al contrario New York che si è classificata 45 ª nella soddisfazione di vita, ha avuto il tasso di suicidi più basso degli USA.

Professor Stephen Wu di Hamilton College, ha affermato: “Questo risultato è in linea con altre ricerche che dimostrano che le persone giudicano il loro benessere rispetto ad altri intorno a loro  Il confronto avviene soprattutto per quanto riguarda il reddito, la disoccupazione, la criminalità e l’obesità.

Ma quando si parla di felicità, che cosa si intende?  Un paese vivibile può agevolare lo svolgimento della vita quotidiana, una condizione che non può essere confusa con la felicità.

H.D.