La tensione tra Cina e Giappone è di nuovo salita alle stelle, fino ad un livello che non si registrava più da tempo, a causa dell’annosa questione legata alle isole Diaoyu-Senkaku. Si tratta di un gruppo di 8 isolette, Uotsuri Jima, Kuba Jima, Taishō Jima, Minami Kojima, Kita Kojima, Okino Kitaiwa, Okino Minami-iwa e Tobise. Praticamente dei grandi scogli disabitati, che si trovano nel mar cinese orientale e che sono amministrate dalla prefettura di Okinawa, ma la cui sovranità territoriale è contesa da Pechino a Tokio. Una disputa che ha dato vita ad un lungo contenzioso, a tratti duro, sulla territorialità delle isolette specie tra i due Paesi asiatici ma che vede coinvolta anche Taiwan. Le isole, che sono chiamate Senkaku dal Giappone, Diaoyu dalla Cina e Diaoyutai da Taiwan, vennero nel 1895 cedute dalla Cina al Giappone insieme a Taiwan e parte della Corea. Vennero poi, occupate dagli americani nel 1945 e solo nel 1972 vennero restituite a Tokio. Oggi la loro sovranità è rivendicata da Cina e Taiwan proprio in base a criteri storici e geografici. Una rivendicazione territoriale che ha portato Pechino e Taipei a trovarsi di fatto, fianco a fianco malgrado Taiwan sia considerata dalla Cina una provincia ribelle. La disputa è iniziata nel 1972 al momento del trasferimento dei poteri amministrativi dagli USA al Giappone. Nel corso dei successivi 40 anni solo scaramucce e diatribe anche a livello diplomatico. Le tensioni tra Giappone e Cina si sono sempre di più fatte più forti, specie negli ultimi mesi, fino a quando alcuni giorni fa il governo di Pechino ha annunciato unilateralmente che le Diaoyu sarebbero state incluse nella ‘zona di identificazione’ dell’aeronautica militare cinese. Una decisione che ha provocato le ire del governo giapponese. Tale decisione, che farebbe ricadere l’arcipelago nella zona di pattugliamento militare di Pechino, ha spinto gli Stati Uniti a schierarsi con il Giappone. Sono isole che si trovano in territorio nipponico e quindi protette dall’alleanza per la sicurezza Usa-Giappone, il Trattato di mutua cooperazione e sicurezza nippo-americano. Il 26 novembre scorso due bombardieri B52 americani hanno sorvolato le isole, sfidando il governo cinese, secondo il quale tale operazione è una violazione dello spazio aereo nazionale. In verità la disputa è praticamente esploso quando negli anni settanta fu scoperto che il loro mare già molto pescoso era anche ricco di petrolio e gas naturale. Per cui la loro sovranità garantisce il diritto esclusivo di sfruttamento di queste enormi riserve di gas e olio minerale e della pesca delle acque circostanti. Un ingente patrimonio energetico che secondo alcune stime garantirebbe un apporto di risorse per almeno i prossimi cinquant’anni. Un tale patrimonio riveste una grande importanza specialmente per il Giappone, che ora come non mai necessita di acque pescabili e fonti di energia alternativa, dopo la disattivazione di quasi tutti i reattori del Paese in seguito all’incidente nucleare di Fukushima. La sovranità degli isolotti garantirebbe anche il controllo sulle importanti rotte nautiche che passano nella zona. Qualche anno fa il governo giapponese ha dato il suo via libera all’acquisto di 3 delle 5 principali isole che compongono le Senkaku che erano di proprietà di una famiglia giapponese. Si tratta delle Uotsuri Jima, Kita-Kojima e Minami-Kojima. Un’operazione che si ipotizza abbia avuto il costo di 20,5 miliardi di yen pari a 20,5 milioni di euro. E’ chiaro che la disputa per queste isole è ormai al suo culmine. Questa contesa territoriale non è l’unica che riguarda il Giappone. Oltre che con la Cina vi sono altre che riguardano anche Paesi come la Russia e la Corea del Sud che contendono a Tokio la sovranità di numerosi ‘isolotti’ che hanno la ‘fortuna’ di emergere in area marina in cui sono stati scoperti importanti giacimenti di petrolio e gas naturali e il cui mare è noto per la sua pescosità. Il Giappone uscito sconfitto dalla seconda Guerra Mondiale si è visto ‘togliere’ diverse di queste isole. Uno di questi contenziosi territoriali riguarda le isole Curili. Il Giappone ne rivendica la sovranità, mentre la Russia le amministra dopo averle strappate all’ormai agonizzante Giappone, dopo le due bombe atomiche, alla fine della seconda guerra mondiale. L’allora Urss infatti, invase e occupò Kunashiri, Etorofu, Shikotan e Habomai, le quattro isole di situate a nord di Hokkaido, dopo aver dichiarato guerra al Giappone ormai capitolato davanti alle potenze occidentali. Fino ad allora la Russia non aveva mai vinto nessun confronto militare con il Giappone. A causa di questo contenzioso aperto non è stato nemmeno firmato nessun trattato di pace tra Russia e Giappone, per cui i due Paesi sono da considerarsi tecnicamente ancora in guerra tra loro. Il Giappone ha anche un altro contenzioso territoriale aperto. Si tratta di quello con la Corea del Sud e riguarda le isole Takeshima per Tokio e Dokdo per Seoul situate nel mare del Giappone.
Ferdinando Pelliccia