Basilea 2 – di Renzo Marcato

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La parola rating significa valutazione. Il rating che verrà assegnato alle imprese a seguito dell’introduzione degli accordi di Basilea 2 (in via definitiva dal 01/01/2007) è un indice ordinale di valutazione delle aziende legato alla loro capacità di possedere o poter generare nel tempo risorse per ottenere credito. Dal rating dunque dipenderà la misura ed il costo del credito bancario per ogni singola azienda. L’attuale sistema (Basilea 1) prevede un accantonamento fisso da parte delle banche a fronte di ogni prestito concesso pari all’8% mitigato dalla seguente ponderazione basata a seconda della controparte del prestito: A) 0% per stati membri dell’OCSE e loro banche centrali; B) 20% per banche ed enti del settore pubblico dell’area OCSE; C) 50% mutui ipotecari per l’acquisto di immobili ad uso abitazione; D) 100% altri soggetti quali le imprese non bancarie. Un prestito di 100.000 Euro nei confronti di una impresa non bancaria (gruppo D) obbliga la banca ad un accantonamento pari a 8.000 Euro (i 100.000 Euro sono ponderati al 100%), mentre un prestito di 100.000 Euro nei confronti di un’altra banca (gruppo B) obbliga la banca ad un accantonamento pari a 1.600 Euro (i 100.000 Euro sono ponderati al 20% quindi si avrà la base di 20.000 Euro sui quali si calcola l’8% pari a 1.600 Euro). Il patrimonio di vigilanza costituito da questi accantonamenti rappresenta un costo per le banche in quanto ne immobilizza la liquidità e ne limita gli impieghi. Per ovviare a ciò, il mondo finanziario, si è accordato per l’introduzione di nuove regole (Basilea 2) che dovrebbero consentire attraverso un principio meritocratico, una classificazione delle aziende con lo scopo di determinare diverse ponderazioni che svincolino ulteriormente gli obblighi di accantonamento degli istituti che possiedono la clientela più virtuosa. Gli accordi di Basilea 2 contengono regole operative rivolte alle banche e attraverso la loro applicazione si determineranno i rating che incideranno sull’accesso ed il costo dei prestiti alle aziende, questo perché si valuterà il rischio di ogni singola operazione di finanziamento. Ogni banca potrà utilizzare uno dei tre modelli di regole approvati dal comitato di Basilea che sono: 1) il modello Standard Approach, 2) il modello Internal-Ratings Based (IRB) Foundation, 3) il modello Internal-Ratings Based (IRB) Advanced. Dall’applicazione di uno di questi modelli le banche rilasceranno i rating che dovranno essere obiettivi, comprensibili e periodicamente verificati con cadenza almeno annuale. Di norma le banche giudicano il finanziamento da concedere attraverso tre aree di analisi: l’analisi cliente, l’analisi garanzie, l’analisi operazione. Il rating finale è costruito sulla base di queste aree e comporta un giudizio su scala ordinale (es. AA+ o BBB-). Gli elementi per la valutazione del cliente sono: l’analisi dei bilanci sotto l’aspetto patrimoniale ed economico, l’analisi dei flussi finanziari, il giudizio sulla competenza e la capacità dei manager, la presenza di controlli aziendali e la sua efficacia, il livello di trasparenza, la presenza di certificatori terzi, la storia della società, la capacità della società in momenti o condizioni settoriali particolari (oggi è il caso del tessile), etc. Gli elementi per la valutazione delle garanzie (spesso immobiliari) sono: la valutazione rispetto il mercato locale, la possibilità di variazione (es. la destinazione d’uso), lo stato di manutenzione, le dotazioni impiantistiche, la presenza di vincoli quali le servitù pubbliche o private. Gli elementi per la valutazione dell’operazione sono: il mercato di riferimento, i fattori esogeni (es. l’efficienza della pubblica amministrazione locale), la competitività settoriale, la presenza di reti, etc. L’indice ricavato serve a calcolare il rischio del finanziamento e quindi il cosiddetto P.D. (probabilità di default=insolvenza), l’E.A.D. (l’esposizione presunta al momento dell’insolvenza) e L.G.D. (la perdita in caso di insolvenza). Le proiezioni sui bilanci delle aziende italiane 2004 e 2005 segnalano che c’è una preponderanza del debito a breve (più penalizzante) rispetto a quello a medio-lungo termine che fa considerare l’impresa più affidabile. Il pericolo per le imprese sarà, se rientranti un rating negativo come il CCC (la classe più bassa) un maggiore costo del denaro. Altro pericolo potrà essere una revisione degli affidamenti verso il basso, ance se questo viene giudicato irrealistico dalle banche poiché vorrebbe significare minore merce da vendere per le stesse e quindi meno ricavi. L’auspicio è che ciò si avveri altrimenti si indebolirà chi e già debole.

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