La polizia inglese ha aperto un`inchiesta su un sospetto caso di avvelenamento a Londra di un ex agente dei servizi segreti russi, Alexander Litvinenko, ex colonnello dell`Fsb, l`erede del vecchio Kgb, rifugiatosi in Gran Bretagna nel 2001, amico personale della giornalista Anna Politkovskaya, assassinata a Mosca il 7 ottobre scorso.
Fonti del “Times” rivelano che Litvinenko sarebbe stato avvelenato il 1 novembre scorso con una dose estremamente alta di tallio, una sostanza inodore, insapore altamente tossica, mentre stava pranzando con un suo informatore italiano, un certo Mario Scaramella.
Alexander Litvinenko ha raccontato che l’italiano gli aveva annunciato di avere documenti scottanti sulla morte della giornalista Politkovskaya; i due si sono incontrati in un ristorante giapponese a Piccadilly Circus.
L’ex agente dell’FSB ha dichiarato: `Ordinai da mangiare per entrambi, ma lui non mangiò nulla. Era visibilmente nervoso. Il documento di quattro pagine altro non era che una mail, Scaramella mi chiese di leggerlo immediatamente. La mail conteneva una lista di nomi di persone, -a continuato Litvinenko- tra cui agenti del Fsb, fortemente sospettati di essere coinvolti nell`omicidio della Politkovskaya`.
`Si trattava di una semplice mail, non di un documento ufficiale, non capivo perchè fosse venuto di persona a Londra mentre avrebbe potuto spedirmela per posta elettronica senza scomodarsi`.
Dopo il pranzo le condizioni dell`ex agente russo sono peggiorate velocemente. Secondo la cartella clinica, il tasso di tallio nel suo sangue era di tre volte superiore il livello massimo tollerabile. Le conseguenze fisiche sono notevoli: i reni sono pericolosamente danneggiati, ed è alimentato artificialmente, inoltre ha perso anche tutti i capelli; I medici hanno stabilito con assoluta certezza che si tratta di un avvelenamento.
Vladimir Putin dovrebbe spiegare tante cose, dal suo silenzio iniziale, al palese nervosismo dimostrato nei giorni successivi l’assassinio di Anna, alle indagini dell’omicidio condotte in maniera leggera, tanto è vero che non è ancora emerso nulla e tutto lascia presagire che non ci sarà alcun risultato. Quasi certamente la strategia del numero uno russo, che conosce benissimo l’ambiente dei servizi segreti, essendone stato a capo, e quella di mettere a tacere l’accaduto con metodi tipicamente di regime. Omicidi, avvelenamenti, censure, uno stile che si ripete puntualmente contro coloro i quali, giornalisti e non, cercano di far emergere le atrocità di cui il presidente russo è accusato.
Orsic