Se proviamo a fissare l’inizio di una serie di fatti e avvenimenti storici che ci conducono fino al martirio delle foibe e alla tragedia dell’esodo delle popolazioni dalmate, giuliane ed istriane, è necessario ripercorrere il calendario storico dal 1918, anno in cui l’Italia ha ricevuto, come paese vincitore della prima guerra mondiale, tutto il territorio dell’Istria, incondizionatamente e senza nessun genere di consenso da parte delle decine di migliaia di slavi già insediati da anni in quelle zone. La scarsa intelligenza politica delle regie autorità italiane di quegli anni non ha saputo generare una sana politica di coinvolgimento di questi popoli, causando, anche se indirettamente, il nascere di movimenti slavi irredentisti. Nel concreto, si veniva a sostituire alla elastica e onestissima amministrazione austro-ungarica (capace da secoli di amministrare popoli ed etnie diverse del vasto impero asburgico) una sorta di brutta-copia di stampo borbonico-piemontese, estremamente burocratizzata e pasticciona. La situazione economica subì un crollo e gli stessi istriani e giuliani di lingua slava percepivano chiaramente la sensazione di sentirsi occupati in casa loro, rimpiangendo non poco il mantello protettivo dell’impero austro-ungarico… leggi qui –> http://www.liberoreporter.it/?p=3537