Potrebbe risolversi a breve la vicenda del rimorchiatore italiano ` Buccaneer` se confermata la notizia che oltre 200 pirati somali hanno deciso di dissocciarsi e abbandonare l`attività criminale. Fatto questo che potrebbe portare anche al rilascio di molte delle navi sequestrate e nelle loro mani. Tra queste potrebbe esserci il `Buccaneer`. Sempre se sono stati i pirati e non le forze di sicurezza della regione semiautonoma del nord ovest della Somalia, il Puntland, a sequestrare l`imbarcazione e il suo equipaggio lo scorso 11 aprile. Un ipotesi questa più volte avanzata finora e spiegata con il fatto che l`imbarcazione italiana trasportasse rifiuti tossici. A diffondere la notizia della `resa` di questi pirati è stata l`edizione on line della Bbc secondo cui la decisione sarebbe scaturita nel corso di un incontro che i pirati hanno avuto con gli `anziani`, i potentissimi capi locali, ad Eyl, porto sulla costa il Puntland. Una regione considerata la Tortuga dei pirati somali. Nel corso della discussione si è anche parlato della possibilità di una amnistia per loro se rilasciassero le 17 navi sequestrate e ancora nelle loro mani e i loro equipaggi, circa 280 uomini di diversa nazionalità. I leader locali avrebbero anche accusato i pirati di corrompere le comunità locali e hanno insistito per far cessare la pirateria. L`aspetto più interessante del fenomeno è infatti che in Somalia sta nascendo una vera e propria `economia parallela` alla pirateria. Nella regione autonoma del Puntland c`è un tenore di vita leggermente superiore rispetto al resto del Paese, perchè le varie gang di pedroni dle mare presenti sul territorio ridistribuiscono parte di quello che ricavano dalle loro attività criminali sul territorio in modo da guadagnarsi i favori e il supporto delle popolazioni locali. Nel frattempo in occasione dell`apertura del vertice sulla sicurezza marittima ad Abu Dhabi, negli Emirati arabi uniti, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha pronunciato un discorso in cui ha affermato: “La lotta contro la pirateria nel Golfo di Aden e nell`Oceano indiano rappresenta una `sfida mondiale`, secondo `La lotta contro la pirateria è divenuta una sfida mondiale”. “Essa costituisce anche un laboratorio dove si delineano gli orizzonti del mondo di domani”, ha spiegato il capo della diplomazia francese. “Il Medioriente è una regione cruciale per la libertà dei mari e degli scambi commerciali internazionali, per questo, ha continuato Kouchner, nessun Paese può rimanere indifferente a questa sfida cruciale per l`economia mondiale, sfida che spiega l`attenzione che il mondo intero rivolge a questa regione e alla sua stabilità”. La conferenza, che si svolgerà in due giorni, si tiene in occasione dell`inaugurazione di una base militare francese ad Abu Dhabi, che avverrà domani alla presenza del capo di stato Nicolas Sarkozy. Nel frattempo l`Iran ha inviato 6 sue navi da guerra nel Golfo di Aden. La presenza delle navi della republbica islamica sono state rese necessarie per inviare un segnale a chiunque voglia confrontarsi militarmente con il regime degli Ayatollah. Il governo di Teheran appena lo scorso 14 maggio scorso aveva annunciato l`invio nel Golfo di Aden di 2 navi da guerra per proteggere le proprie petroliere dall`attacco dei pirati. Il segnale però è stato poi deciso di darlo più forte.

Ferdinando Pelliccia