Anche oggi i pirati somali hanno colpito. La vittima prescelta era una nave battente bandiera egiziana, l“Amira`, che però è riuscita a respingere l`attacco che le era stato portato a circa 75 miglia nautiche della città portuale yemenita Al-Mukalla. A mandare a monte i piani dei predoni del mare è stata oltre la tenace resistenza mostrata dall`equipaggio del battello egiziano anche l`intervento di 2 elicotteri e di un cacciatorpediniere sudcoreano e uno americano che sono intervenuti in soccorso della Amira. Nel dirigersi verso la zona di mare dove si trovava il mercantile arrembato le 2 unità navali da guerra hanno incrociato una barca a vela. I militari hanno sospettato potesse essere la `nave-madre` dai pirati e hanno fermato il battello. Una perquisizione a bordo si è conclusa con il sequestro di armi automatiche, un lanciagranate ed altre armi e l`arresto di 17 pirati. L`Amira raggiunta è stata poi scortata attraverso il Golfo di Aden verso il porto di Alessandria. L`imbarcazione proveniente dall`Australia, trasportava carbone. Anche se finora i pirati somali hanno dimostrato che la loro attività non conosce tregua e che niente e nessuno li può impedire di `lavorare` nemmeno l`impiego di navi militari straniere in chiave anti pirata essi cominciano ad accusare i colpi che vengono loro inferti. Le navi militari sono state inviate per garantire la sicurezza alle oltre 30mila navi mercantili che ogni anno transitano in quelle acque considerate importanti per il traffico marittimo mondiale e sembra che almeno in parte ci stiano riuscendo. Il loro impiego è importante anche perchè se non ci fossero gli attacchi contro navi mercantili compiuti nei primi 5 mesi del 2009 non sarebbero certo stati 102 e di certo non sarebbero stati solo 31 quelli andati a segno. Al momento sono almeno 16 le navi in mano ai pirati, e oltre 300 i marinai tenuti in ostaggio. Per la loro liberazione si attende la conclusione dei negoziati sull`entità dei riscatti e le modalità del loro pagamento. Recentemente c`è stato un briefing in cui il contrammiraglio Philip Jones, comandante, della missione navale antipirateria dell`Ue, Atalanta, ha spiegato che a contribuire ad arginare il fenomeno hanno contribuito 3 elementi: le forze militari in mare, il clima avverso, e le misure di sicurezza adottate dalle navi mercantili. Inoltre il contrammiraglio ha sottolineato quanto sia stato importante il cominciare a saper individuare `le navi madri` a cui le piccole imbarcazioni usate dai pirati per gli arrembaggi si appoggiano. Sono navi più grandi, spesso camuffate da pescherecci,, che forniscono loro il supporto logistico e le informazioni su dove si trovano le possibili prede. Finora le forze internazionali ne hanno catturate 4 e questo è importante in quanto costituisce un passo decisivo per bloccare le loro operazioni. Finora risulta che sia stata garantita la consegna di 130mila tonnellate di cibo, per 1,5milioni di persone e sono stati catturati 52 pirati. Di questi 38 sono stati consegnati alle autorità del Kenia per essere detenuti e processati come da accordi siglati con diversi Paesi occidentali. La questione giuridica della detenzione dei pirati, al momento è affidata alle singole normative nazionali. Però si contesta a Paesi come la Somalia la mancata condanna dei pirati consegnati al loro. Nel frattempo finita la stagione dei monsoni gli attacchi dei pirati alle navi mercantili al largo della Somalia stanno riprendendo, come lo dimostra l`attacco di oggi ma la risposta della flotta militare nel Golfo di Aden si è dimostrata ancora una volta efficace. Nel frattempo mentre la Nato sta lavorando al prolungamento della sua missione navale contro i pirati nel golfo di Aden, il cui mandato termina alla fine di giugno. Oggi si è avuta notizia che anche l`Iran spedirà 2 sue navi da guerra nel golfo di Aden per proteggere la sua marina mercantile e le sue petroliere dai pirati somali e vi resteranno per i prossimi 5 mesi. Le unità navali iraniane andranno ad ingrossare il già folto gruppo di navi da guerra di diversi Paesi che operano in chiave anti pirateria in maniera indipendente ma che certamente non staranno a guardare se dovessero incrociare pirati mentre assaltano mercantili di altri Paesi che non sia il loro. L`Iran è il secondo esportatore dell`Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, Opec, e la sua economia dipende in gran parte dalle sue esportazioni di greggio. Nei giorni scorsi sono circolate voci secondo cui gli attacchi dei pirati vengono orchestrati e diretti da Londra. Sono in pochi a credere all`esistenza di una `gola profonda`. E` più semplice pensare che come tutte le consorterie i pirati collaborino tra di loro e prima di attaccare una nave si scambiano informazioni sull`esatta posizione attraverso telefoni satellitari e navigatori Gps di cui dispongono. Era stata la corrispondente della Bbc da Bruxelles, Oana Lungescu, ad aver rivelato lo scorso lunedì dell`esistenza di un rapporto segreto dell`intelligence in cui si spiegava che i pirati somali ricevono sui loro telefoni satellitari segnalazioni da Londra circa le imbarcazioni che transitano nel Golfo di Aden, gli equipaggi e il materiale trasportato dai mercantili. La notizia era poi stata ripresa dal quotidiano britannico `Guardian`, che cita un documento dell`intelligence militare europea ottenuto dall`emittente spagnola Cadena Ser, il network informativo arriva fino in Yemen, a Dubai e nel Canale di Suez. Sembra che inspiegabilmente le informazioni che i mercantili in navigazione nell`area forniscono alle varie organizzazioni internazionali finiscono anche nelle mani dei pirati, permettendo ai più organizzati tra loro di studiare gli obiettivi con largo anticipo e allenarsi qualche giorno anche a sequestri `fotocopia`. Sempre secondo la radio spagnola questo rapporto è noto anche a tutti i comandanti che prendono parte alla missione europea anti-pirateria `Atalanta`, ma al momento non è giunta nessuna conferma ufficiale. In base a quanto sostiene il rapporto, i predoni somali sceglierebbero le navi di alcuni Paesi e non altri, ad esempio si guardano bene dall`attaccare imbarcazioni britanniche. Però non è chiaro se sia una scelta precisa dei pirati per evitare di attirare l`attenzione della polizia britannica sulle loro fonti di Londra o per latro motivo.

Ferdinando Pelliccia