Oggi è in corso a Roma il G8 `Giustizia-Interno`. In mattinata si è svolta la prima sessione dei lavori dedicata al tema della criminalità organizzata. Nel pomeriggio è invece prevista la seconda sessione dei lavori incentrata sui `temi migratori`. Alla riunione partecipano le sedici rappresentanze degli Stati membri del G8 e come invitati anche il commissario europeo Jacques Barrot, il segretario generale di Interpol Ronald Noble, il direttore esecutivo Unodc Antonio Maria Costa, il direttore Unicri Sandro Calvani e i ministri dell`Interno e della Giustizia della Repubblica Ceca, Paese presidente di turno dell`Unione europea.
Stamani però nell`agenda dei lavori interministeriali è stato inserito, su richiesta del ministro della Giustizia italiano, Angelino Alfano, anche il fenomeno della pirateria nel Golfo di Aden. Il guadasigilli ha affermato che: “L`Italia può rappresentare un modello sui temi della confisca dei patrimoni della criminalità organizzata e su quello della lotta alla pirateria internazionale”. “Quanto al tema della pirateria internazionale la proposta italiana sta trovando una convergenza”, ha aggiunto. “Si tratta di una proposta, ha specificato il ministro della Giustizia, che sta nel fatto che si possano trovare luoghi internazionali dove combattere la pirateria”. Nella consapevolezza che non potrà essere sempre facile fronteggiare la pirateria ed occorre quindi una strategia comune dei Paesi del G8. L`orientamento è quello di coinvolgere anche i Paesi che si affacciano sul Golfo di Aden. A Napoli, qualche tempo fa, funzionari responsabili di Giustizia e Interni dei Paesi del G8 avevano discusso della proposta italiana di istituire dei gruppi di `Ship-Raider`. Delle `squadre investigative comuni`, formate da agenti delle polizie i cui Paesi sono vittime della pirateria ed equipaggi delle marine locali. La bozza della proposta è stata presentata proprio a Roma. Il ministro Alfano ha detto di ritenere che: “questo sia un G8 della concretezza. Dove sarà possibile trovare una risposta giuridica comune attraverso la cooperazione giudiziaria e investigativa per contrastare il fenomeno della pirateria nel Golfo di Aden”. L`obiettivo di tutti è arrivare ad un punto di intesa transnazionale su aspetti giuridici, investigativi e di perseguibilità dei pirati. Per questo motivo sono stati investiti i tecnici del gruppo Roma-Lione così da prospettare una soluzione comune. L`Italia sembra che stia compiendo un`opera di mediazione rispetto a una serie di proposte emerse finora per la lotta al fenomeno della pirateria. Ci sono Paesi come la Russia che hanno presentato l`ipotesi che a giudicare i pirati sia un tribunale internazionale da istituire oppure una Corte penale internazionale già esistente, del tipo di quella dell`Aja, alla quale potrebbe essere attribuita una ulteriore competenza. Se al termine dei lavori del G8 di Roma si troverà una posizione comune sul tema, non è escluso che la questione della lotta alla pirateria venga inserita anche nell`agenda del G8 previsto all`Aquila nelle prossime settimane.
Ferdinando Pelliccia