Oggi le autorità russe hanno reso noto di aver consegnato i pirati, che una sua nave militare aveva arrestato a fine aprile al largo delle coste somale, alle autorità iraniane e pachistane. La consegna sarebbe avvenuta circa tre settimane fa ma era stata tenuta segreta per motivi di sicurezza.
A compiere l`azione era stato il cacciatorpediniere russo `Amiral Panteleev` che il 29 aprile scorso mentre pattugliava le acque al largo della Somalia aveva incrociato una barca, probabilmente una `nave madre` pirata, con 29 persone a bordo. Dopo essere stata fermata e perquisita il suo equipaggio erano stato tratto in arrestato.
Successivamente gli arrestati erano stati identificati come originari della Somalia, Iran e Pakistan. “Sono stati consegnati agli organi competenti di uno dei Paesi africani rivieraschi perchè vengano presi i provvedimenti giudiziari del caso”, ha riferito l`agenzia Interfax citando i servizi di sicurezza russi, aggiungendo che al momento non esistono elementi per il rinvio a giudizio di tali pirati in Russia.
Purtroppo anche se finora l`Onu ha approvato, l`ultima lo scorso giugno, 3 risoluzioni, che autorizzano le marine da guerra di Paesi terzi a entrare nelle acque somale per inseguire i pirati e consentono loro l’utilizzo della forza non è stato ancora possibile definire un loro ruolo di polizia che sostituisca quella dei singoli Paesi competenti per territorio e pertanto dopo aver catturato i pirati le forze navali della coalizione internazionale spesso sono costrette a rilasciarli. La cattura di pirati, da parte dei pattugliatori della flotta internazionale, non è più una novità. Finora sono stati assicurati alla giustizia circa 200 pirati dei quali un centinaio sono stati condannati a pene detentive tra i 15 e i 20 anni per atti di pirateria. Le basi giuridiche per intervenire ci sono, oltre alle tre risoluzioni Onu c`è anche la `convenzione sul diritto del mare` del 1982, che consente alle unità militari di catturare pirati in mare e portarli a processo. Nonostante l`impegno profuso negli ultimi mesi, la battaglia contro la pirateria è tuttavia ancora lontana dall`essere vinta. In quello specchio di mare, vasto circa 2,5 milioni di chilometri quadrati, la comunità internazionale ha, dallo scorso giugno, dispiegato a protezione delle rotte commerciali una consistente forza navale composta da unità da guerra dell`Ue, raccolte nella missione `Atalanta`, della Nato, la `Combined task force 151`, Ctf 151, e in forma autonoma di vari altri Paesi. Pertanto sono decine e decine le navi da guerra che sono state messe a disposizione da Spagna, Germania, Francia, Italia, Danimarca, Portogallo, Grecia, Stati Uniti, Belgio, Olanda, Canada, Cina, Iran, Corea del Sud, Svezia, Giappone, Gran Bretagna, India e Russia. Sebbene il fenomeno della pirateria, nelle acque al largo della Somalia, abbia fatto `capolino` nel 2006 e i pirati siano saliti alla ribalta nel settembre 2008, quando hanno sequestrato il cargo ucraino `Faina` carico di armi rilasciato poi lo scorso febbraio, è indubbiamente il 2009 l`anno che ha visto l`intensificarsi dell`attività piratesca nel mare del Corno d`Africa. Praticamente i sequestri di navi al largo della Somalia sono raddoppiati dal 2007 al 2008 e nei primi 5 mesi del 2009 sono già oltre 80. Un escalation a cui si deve associare anche l`aumento delle somme richieste come riscatto. Si è passati da poche decine di migliaia di dollari a somme che oggi arrivano a milioni di dollari. Tutto questo ha dato però vita ad un forte dibattito sia negli ambienti politici sia militari facendo includere il fenomeno della pirateria al centro dell`agenda mondiale. Il 9 e il 10 giugno a Roma in Italia, si svolgerà un vertice con i rappresentanti del Governo e dell`opposizione in Somalia per affrontare la questione pirateria. Sarà un`incontro che servirà a dare una risposta alle radici del fenomeno e vi parteciperanno tutte le organizzazioni che possono contribuire ad indicare la strada da percorrere per consolidare la Somalia e per agire con forza e sradicare la pirateria. L`Italia è particolarmente coivolta in quanto nelle mani dei pirati somali sono trattenuti in ostaggio 10 marinai italiani equipaggio del rimorchiatore `Buccaneer` catturato lo scorso 11 aprile nel Golfo di Aden. Nel mondo circolano 50mila mercantili e di questi 22mila transitano, ogni anno, al largo del Corno d`Africa de quali 2mila sono cargo a cui sono legati interessi italiani e 600 battono il tricolore.
Ferdinando Pelliccia