Per settimane i rappresentanti della Micoperi, società armatrice del rimorchiatore italiano `Buccaneer` sequestrato dai pirati somali l`11 aprile scorso nel Golfo di Aden hanno osservato un serrato silenzio stampa. Oggi invece, inspiegabilmente Silvio Bartolotti, titolare della società ha rotto questo silenzio! L`ha fatto per commentare la telefonata al comandante dell`imbarcazione italiana riportata oggi dal `Corriere della Sera`. Una telefonata che in tutti ha lasciato trasparire a pieno la drammaticità del momento che stanno vivendo i 16 membri dell`equipaggio del rimorchiatore di cui 10 sono italiani e 5 romeni e un croato. Da essa emergerebbe che l`equipaggio è allo stremo, senza medicine, cibo e acqua potabile. Inoltre alcuni membri, forse 6, sarebbero stati sbarcati a terra. Però non si ha notizia ne di dove siano stati portati ne chi fossero i marittimi sbarcati. Di questo però non sembra ne sia convinto Bartolotti che si è detto certo che quelle drammatiche dichiarazioni non siano vere, ma indotte dai sequestratori per garantirsi vie privilegiate per eventuali trattative. Probabilmente è l`unico al mondo a pensarlo! Addirittura Bartollotti è arrivato ad affermare che: “quello che ha detto il comandante è solo ciò che gli vogliono fare dire i pirati per riuscire a esercitare pressioni”. A riprova di questa sua affermazione Bartolotti sostiene di avere ascoltato la chiamata su Internet `almeno tre o quattro volte e ha fatto riferimento ad un passaggio nel quale si capirebbe che Iarloi è costretto da altri a mentire. Sottolineando al contempo la stranezza nel fatto che nel corso di un sequestro sia consentito a uno dei sequestrati di parlare con un giornalista. “E poi, ha continuato, la nostra Marina ha la situazione ben chiara”. Sullo sviluppo di eventuali trattative in corso, invece il Bartolotti si è defilato con un `no comment`. Ribadendo solo che su questo versante il silenzio stampa deciso all`indomani del sequestro continua. Far parlare gli ostaggi al telefono e comunicare all`esterno le condizioni e il disagio in cui vivono da oltre 50 giorni sarebbe dunque solo una sorta di tattica dei pirati. E` questa la teoria pressuposta dal manager della società armatrice. Una tattica che avrebbe lo scopo di indurre chi deve farlo o chi lo vuole, a pagare il riscatto richiesto dai pirati in cambio della rilascio dei 16 marittimi del Buccaneer. Un riscatto che inizialmente era di 30milioni di dollari ed che ora è di 2 milioni di dollari. Una richiesta che il ministro degli Interni italiano, Franco Frattini ha già da tempo affermato che non soddisferà mai anzi ha chiesto un rilascio incondizionato degli ostaggi. Fatto questo inconsueto in quanto in passato l`Italia ha sempre pagato. Una inedita intransingenza che si è andata a scontrare con quella degli stessi pirati che ormai si sono detti stanchi di trattare e che vogliono i soldi e null`altro. Appare molto strano però la tempistica con cui arriva l`intervento del manager della Micoperi e ancor di più il fatto che abbia interotto un silenzio stampa ma solo parzialmente. Il silenzio stampa o lo si osserva a pieno o non lo si osserva pr nulla! E` ovvio che chi è sequestrato se parla al telefono, ovviamente per consenso dei carcerieri, sia strettamente sorvegliato e se accenna a dire cose da non dover divulgare può essere in quel momento, in qualche modo, trattenuto dal farlo anche con una canna di kalashnikov puntata nel fianco. Ed ovvio che il suono della sua voce cambia di tono o accenna a mezze parole non finite. Per quanto riguarda il permettere di telefonare è una consueta prassi adottata sempre nei sequestri ed è ovvio che serva a fare pressione su chi deve decidere sul da farsi. Pertanto sembra inopportuno l`intervento di Bartolotti anzi si potrebbe pensare diversamente. Queste drammatiche notizie invece hanno inevitabilmente aumentato l`angoscia dei familiari dei marittimi ostaggi dei pirati somali. In Particolare dei tre marittimi campani della provincia di Napoli. I due di Torre del Greco, Giovanni Vollaro e Vincenzo Montella, e uno di Ercolano, Bernardo Borrelli. I parenti da tempo sono attivi nel chiedere notizie in merito alla vicenda e lo scorso mercoledì sono stati ricevuti alla Farnesina con cui mantengono stretti contatti e dove gli sono state date ampie garanzie che la situazione è sotto controllo e che presto vedrà una positiva soluzione. Oggi essi si sono radunati a casa di Pasquale Vollaro, il padre di Giovanni, per fare il punto della situazione.
Ferdinando Pelliccia