I pirati somali continuano a rilasciare, man mano che vengono pagati i riscatti richiesti, navi e il loro equipaggi catturate e trattenute. Domenica hanno liberato l’imbarcazione malese ‘ T/B Masindra 7’. Si tratta di un rimorchiatore sequestrato al largo delle coste yemenite il 16 dicembre 2008. La nave è di proprietà di una società armatrice malese e il cui rimorchio era una chiatta indonesiana. L’equipaggio del rimorchiatore è composto di 11 marinai indonesiani che si mostrano in buone condizioni di salute anche se hanno sofferto molto per la prigionia vissuta in condizioni molto gravi, con penuria di cibo e acqua. I pirati erano da tempo pronti a rilasciare la nave si aspettava solo che l’armatore pagasse il riscatto che aveva accettato. Era la nave rimasta da più tempo nelle mani dei pirati. La ‘Masindra 7’ ora è in rotta verso le Maldive. Nel frattempo tra qualche settimana termina la stagione dei Monsoni e le condizioni meteorologiche favorevoli faranno aumentare il rischio di nuovi arrembaggi, da parte dei pirati, delle navi al largo della Somalia. Finora il mare grosso ha tenuto lontano dalle rotte dei cargo i fragili ma veloci barchini dei ‘predoni del mare’ ma appena questi potranno riprendere il largo l’attività delle gang del mare subirà un sensibile incremento. Pertanto la comunità internazionale, presente in forza con navi da guerra nell’Oceano Indiano, invita tutte le imbarcazioni che devono attraversare il Golfo di Aden a sfruttare il corridoio di sicurezza pattugliato da trenta navi da guerra e da aerei militari di sedici differenti nazioni. La pirateria marittima è in cima alle preoccupazioni dei Servizi di sicurezza di tutto il mondo e delle agenzie preposte a coordinarli. In Italia è il ‘Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica’, Copasir, a preoccuparsi tra gli altri del fenomeno della pirateria. Il suo presidente Francesco Rutelli ha espresso profonda preoccupazione soprattutto per la mancata risposta della comunità internazionale tanto da definire la pirateria marittima una situazione tumorale che non conosce ad oggi una cura. “Se in un Paese come la Somalia, dove non esiste reddito o economia, quello dei sequestri diventa un mercato florido, non si può che restare, dopo lo sgomento, preoccupati fortemente a livello internazionale”, ha affermato Rutelli. “Sono ancora in mano dei pirati somali i 10 italiani imbarcati sul rimorchiatore ‘Buccaneer’ catturato l`11 aprile scorso nel Golfo di Aden”. Sul fenomeno della pirateria il Copasir ha svolto tre audizioni, anche a seguito della mozione parlamentare presentata al presidente e da altri membri del Comitato, che impegnava il governo ad assumere qualsiasi iniziativa in ambito internazionale, Onu e Unione europea, per garantire la sicurezza nel Golfo di Aden. Nel frattempo lo scorso 25 luglio il governo delle Filippine ha annunciato un contributo di 20mila dollari al fondo delle Nazioni Unite destinato alle forze di sicurezza somale che combattono contro la pirateria. In un comunicato il dipartimento degli Affari Esteri ha spiegato che le imbarcazioni filippine continuano ad essere oggetto di attacchi da parte dei pirati somali nel Golfo di Aden e nell`Oceano Indiano. Nella nota si legge che sono 44 i marinai filippini che sono ancora in mano ai pirati. Lo scorso venerdì intanto le forze speciali della marina turca, che partecipano alla missione della Nato contro la pirateria al largo delle coste somale, hanno catturato altri 7 pirati dopo i 5 catturati lo scorso 24 luglio. I pirati sono stati catturati mentre cercavano di dirottare una imbarcazione nel Golfo di Aden. Anche nell’operazione portata a termine la scorsa settimana, i commando turchi, appoggiati da un elicottero, avevano catturato i pirati mentre stavano per attaccare una nave. La Turchia partecipa con due fregate alla missione Nato anti pirateria. Si tratta delle fregate `Gediz` e ‘Gaziantep’. Dopo il rilascio del rimorchiatore ‘Masindra 7’ restano nelle mani dei pirati 193 marinai equipaggi di 14 navi catturate e ancora trattenute in attesa del pagamento di un riscatto. Tra di esse anche il rimorchiatore italiano ‘Buccaneer’ e i suo 16 uomini dell’equipaggio. Per il quale recenti sviluppi fanno ben sperare. La prua è già rivolta verso il largo e si aspetta solo che i pirati si stacchino.
Ferdinando Pelliccia