I pirati somali hanno rilasciato il mercantile `Ariana` e il suo equipaggio. E` stato pagato un riscatto, che sembra ammonti a circa 3 milioni di dollari senza il cui pagamento mai i pirati avrebbero rilasciato gli ostaggi. La notizia del rilascio è stata resa nota da un portavoce dei pirati che ha dichiarato di chiamarsi Ahmed Abdullahi Mohamoud. La notizia in se non desta grande interesse, ormai sono due anni che il mondo assiste a sequestri e rilasci di navi da parte dei pirati somali, sempre e solo dopo il pagamento di un riscatto ovviamente. La notizia risiede nel fatto che finalmente questo atto pone fine alla tragedia che ha investito due donne e una minorenne, che si trovavano a bordo della nave quando venne arrembata ed sono rimaste fino alla fine ostaggi dei pirati. Il cargo infatti venne catturato il 2 maggio scorso a nord del Madagascar mentre era in navigazione verso il Medio Oriente, proveniente dal Brasile con un carico di semi di soia. Dell’equipaggio, che era di 24 persone, tutti ucraini, facevano parte anche le due donne. Mentre la dodicenne era la figlia, oltre di una di queste due donne, del direttore di macchina della nave.
L`Ariana, battente bandiera maltese, appartiene ad una società armatrice greca, la `All Ocean Shipping`. Per il rilascio della nave e del suo equipaggio, la gang di predoni del mare, che l`aveva catturata, chiedeva 3,5 milioni di dollari. Somma che l`armatore aveva dichiarato di non poter pagare ed aveva lanciato una controfferta di circa 900mila dollari, respinta dai pirati. Mentre il governo ucraino, anche se aveva promesso più volte di intervenire, non ha mai fatto nulla. Alla felice conclusione di oggi si è giunti al termine di intensi negoziati avvenuti negli ultimi 4 giorni. Probabilmente è intervenuta una terza `persona` che ha contribuito a permettere il pagamento del riscatto. L`evoluzione c`è stata dopo che lo scorso lunedì era stata rivelata la notizia che a bordo della nave vi erano, tra gli ostaggi, la ragazzina di 12 anni e le due donne di cui una bisognosa di urgenti cure ginecologiche. A nulla erano finora serviti gli appelli delle famiglie dei marinai, ostaggi dei pirati, e nemmeno le gravi condizioni in cui versava una delle due donne presenti a bordo della nave, per ottenere il loro rilascio. Come sempre accade in questi casi, altrimenti i pirati sono disposti ad attendere anche mesi, portando avanti estenuanti trattative, prima di liberare gli ostaggi, è sempre preteso in cambio, il pagamento di un riscatto. Tutti hanno finora pagato, anche gli spagnoli per ottenere la liberazione del loro peschereccio `Alakrana`. L`unico caso in cui è stato dichiarato che non è avvenuto alcun pagamento di riscatto, per ottenere il rilascio della nave e del suo equipaggio, è quello relativo al sequestro del rimorchiatore italiano `Buccaneer`. La nave venne tenuta in ostaggio, insieme al suo equipaggio, per quasi 4 mesi dai pirati somali. Il governo italiano ha dichiarato che è giunto ad ottenere il suo rilascio grazie ad un intensa attività diplomatica, che ha coinvolto anche le deboli istituzioni del governo transitorio somalo di Mogadiscio, e per lo sfinimento dei pirati. Se fosse vero sarebbe la prima e forse l`unica caso al mondo. Però in quanti, conoscendo il fenomeno della pirateria, ci credono? Ai loro occhi il governo italiano, che continua imperturbabile a mantenere ferma questa versione, ci sta facendo davvero una pessima figura! La stessa che stanno facendo anche le organizzazioni internazionali per la tutela dell’infanzia e delle donne. Esse non hanno finora fatto nulla per porre fine ai casi di donne e bambini ostaggi dei pirati in Somalia. Nelle mani dei `predoni del mare`, oltre alle due donne e la dodicenne liberate oggi dopo 6 mesi di prigionia, vi sono almeno un`altra mezza dozzina di minori abbandonati al loro crudele destino. Sono minori che erano imbarcati a bordo dei pescherecci egiziani, F/V Momtaz 1 e F/V Ahmed Samarah, entrambi catturati dai pirati il 10 aprile scorso e che hanno, con buona probabilità, utilizzato le due imbarcazioni, il giorno seguente, l`11 aprile 2009, per la cattura del rimorchiatore italiano `Buccaneer`.
Ferdinando Pelliccia