PARIGI – Stamani il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini al termine di un incontro congiunto esteri-difesa tra Italia e Francia tenutosi a Parigi ha affermato che: “Italia e Francia stanno lavorando all`idea di un tribunale speciale sulla pirateria”.
“Parallelamente si aiuteranno Kenia e Somalia a costruire delle prigioni per ospitare i pirati che agiscono al largo delle coste somale”, ha spiegato il capo della diplomazia italiana. Secondo anticipazioni da parte di fonti diplomatiche, Frattini e il suo omologo francese, Bernard Kouchner porranno in essere l`iniziativa alla prossima riunione dei ministri degli Esteri a Lussemburgo il prossimo 26 aprile. I due Paesi europei insieme alla Spagna sono tra i più coinvolti nel fenomeno della pirateria marittima nelle acque del Golfo di Aden e dell`Oceano Indiano. L`Italia ancor di più in quanto è coinvolta direttamente in quel territorio per i buoni rapporti che si vanta di avere con il governo di transizione somalo di Mogadiscio e per il fatto che le navi dell`operazione anti pirateria dell`Ue, `Atalanta`, sono poste sotto il comando del contrammiraglio italiano Giovanni Gumiero.
Inoltre l`Italia, come anche la Spagna, hanno subìto sequestri di loro imbarcazioni e hanno dovuto scendere a patti con i pirati somali. Probabilmente la scelta operata oggi a Parigi deriva anche dal fatto che nei giorni scorsi in diversi episodi, unità navali mercantili e mezzi aerei militari italiani sono stati presi di mira dai pirati somali. Addirittura quest`ultimi avrebbero indirizzato verso una nave e contro un elicottero militare italiano raffiche di mitra. Per fortuna non si sono registrati danni a cose o persone.
I predoni del mare somali, nell`ultimo mese, si sono dati un gran da fare per nulla intimoriti dal dispiegamento di navi da guerra come forma di contrasto alla loro attività criminale. Le diverse gang del mare che operano al largo della Somalia hanno sequestrato decine di imbarcazioni. Eppure il mare in quella parte del mondo è pattugliato da numerose navi da guerra che fanno parte di alcune missioni internazionali e anche inviate da singoli Paesi. Una presenza, nel mare del Corno d`Africa, che ha l`obiettivo di scoraggiare gli atti di pirateria. L`intento però, visto i risultati, sembra non essere raggiunto almeno totalmente. L`Italia, che in questo periodo ha il comando della missione Ue nel Golfo di Aden, è presente con due sue unità navali da guerra. La nave rifornimento `Etna` che opera nell`ambito della missione Atalanta e la Fregata `Scirocco` in attività di pattugliamento per la NATO . Esse non sono altro che il prosieguo di un impegno italiano, nel mare al largo della Somalia, che è iniziato nel lontano 2005. Questo soprattutto perchè gli interessi italiani a garantire la libera navigazione nel mare del Corno d`Africa sono dettati dal fatto che ogni anno sono quasi 2mila i mercantili battenti bandiera italiana che passano in quella zona di mare oggi infestata dai pirati somali.
Per molti analisti la pirateria continuerà a rappresentare un problema finchè non sarà istituito un governo stabile in Somalia, oggi preda dell`anarchia e della guerra civile. Il contributo della comunità internazionale alla Somalia per combattere le sue piaghe non si limita solo all`invio di navi da guerra a difesa del suo mare dai pirati, ma dal primo maggio parte anche la missione Ue, Eutm. Una missione che si è posta l`obiettivo di voler addestrare oltre 2mila soldati somali. L`Eutm sarà composta da 141 persone di 13 diversi Paesi europei tra cui l`Italia che contribuisce con 18 addestratori. Alla guida della missione il colonnello spagnolo Ricardo Gonzalez Elul. Il governo di transizione di Mogadiscio aveva chiesto sostegno alla Ue per formare 6mila dei suoi 10mila soldati. Circa 4mila sono già stati addestrati grazie alla cooperazione bilaterale con l`Uganda e la Francia, mentre ora subentra l`Ue.
Ferdinando Pelliccia