In merito al sequestro della petroliera italiana `Savina Caylyn` trattenuta in ostaggio dai pirati somali insieme al suo equipaggio di 22 marittimi di cui 5 italiani e 17 indiani. In una nota della Farnesina si legge: `La Farnesina ha assicurato che nell`ambito delle proprie competenze continuerà ad adoperarsi senza soluzione di continuità` per il rilascio della nave `Savina Caylin`. Nel corso dei mesi che hanno caratterizzato il sequestro della nave Savina Caylin, catturata l`8 febbraio 2011 nell`Oceano Indiano, il Mae, attraverso l`Unità di Crisi, ha mantenuto stretti contatti con i familiari dei marittimi sequestrati e con la Societa` Armatrice di proprieta` del Cav. Luigi D`Amato, tenendo entrambi informati dell`intensa e articolata azione diplomatica attivata per la soluzione del caso e liberazione dell`equipaggio. Tale attività si è sviluppata peraltro in un quadro in costante evoluzione, che vede sequestrate decine di navi di tutte le nazionalita`, nonchè la nave `Rosalia D`Amato`, anch`essa sequestrata nell`area nell`aprile 2011. Nei confronti delle Autorità somale è stata infatti esercitata una costante pressione per mettere in atto ogni possibile sforzo volto alla positiva risoluzione del caso ed alla liberazione dell`equipaggio. Tale attività si è da ultimo sostanziata, in primo luogo, attraverso una missione del SS Alfredo Mantica, che si e` recato in Somalia per incontrare il Presidente del Governo somalo Sheikh Sharif Sheikh Ahmed ed il Presidente del Puntland, Abdurahman Mohamed. In secondo luogo, considerata la dimensione regionale del problema, è stata altresì inviata, in qualita` di Rappresentante Speciale del Ministro degli Esteri per le Emergenze Umanitarie, Margherita Boniver, per sensibilizzare le Autorita` della Tanzania e di Gibuti, noti per il loro impegno nella lotta alla pirateria, per rafforzare in tal modo l`azione svolta direttamente sulle Autorita` somale. Il caso della “Savina Caylin“ e` stato inoltre costantemente sollevato dai diplomatici italiani in tutte le possibili occasioni ed incontri internazionali, per addivenire ad una soluzione positiva e tempestiva, sollecitando l`aiuto di tutti i possibili interlocutori utili. L`Italia, su iniziativa del Min. Frattini, ha altresì proposto che il tema della lotta alla pirateria sia discusso anche a New York, in un summit sulla Somalia organizzato congiuntamente da Italia, Gran Bretagna e Uganda a margine della prossima Assemblea Generale dell`Onu a settembre. `Il Governo italiano ha inoltre attivato a più riprese, attraverso il Ministero della Difesa, le unità della Marina Militare impegnate nelle missioni `Atalanta` e `Ocean Shield` per un monitoraggio della nave, diretto e complementare rispetto a quello svolto dalle succitate missioni, per raccogliere informazioni sulla situazione dell`equipaggio. Il Governo italiano, tenuto anche conto dell`esplicita richiesta dei familiari degli ostaggi, ha finora espressamente evitato qualsiasi azione di tipo militare che possa mettere in pericolo la sicurezza ed incolumità degli ostaggi stessi. A fronte di tale azioni volte alla soluzione del caso, il Governo italiano non può contemplare la possibilità di una trattativa diretta con i pirati e tanto meno di pagare riscatti per la liberazione degli ostaggi, come espressamente vietato dalla normativa – a cominciare da quella riflessa nelle Risoluzioni Onu, che esclude qualsiasi forma di favoreggiamento delle attivita` di pirateria da parte degli Stati. La Farnesina, che ben comprende l`angoscia dei familiari, assicura che, nell`ambito delle proprie competenze, continuera` ad adoperarsi senza soluzione di continuità per il rilascio della nave `Savina Caylin` e sottolinea l`importanza di mantenere il massimo riserbo da parte dei vari attori della vicenda. Come dimostrato dalla positiva soluzione di tutti i precedenti casi di sequestro, la riservatezza si e` infatti rivelata un elemento fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi`.