Si torna a parlare dei coniugi inglesi Paul e Rachel Chandler. La coppia è rimasta per oltre un anno nelle mani dei pirati somali che li avevano catturati, dall’ottobre 2009 al novembre 2010. Essi vennero catturati al largo della Seychelles dai pirati somali. I predoni del mare che li catturarono lasciarono che la loro nave lo Yacht, ‘Lynn Rival’ andasse alla deriva da sola nell’Oceano e li portarono via con se sbarcandoli poi, a terra in Somalia. La loro prigionia fu terribile e subirono angherie e privazioni di ogni tipo. I due inglesi vennero rilasciati nel novembre del 2010 e solo dopo il pagamento di un riscatto di 800mila dollari pagato in due trance: 400mila a giugno e altri 400mila a novembre. Soldi che si credeva, almeno fino ad ieri, che erano stati raccolti solo da amici e parenti. I coniugi Chandler non erano ricchi ed avevano investito ogni loro avere per realizzare il loro sogno di navigare per il mondo in barca a vela. A distanza di pochi giorni però, dall’uscita del loro libro, in cui raccontano della tragica avventura vissuta e polemizzano con il governo inglese che avrebbe fatto nulla o niente per salvarli, emergono delle nuove rivelazioni. Sembra che parte dei riscatto pagato per il loro rilascio provenga dagli aiuti britannici inviati in Somalia dal governo inglese. Domenica infatti, il Dr Hangul Abdi, chirurgo capo dell`ospedale Medina di Mogadiscio, che ha avuto un ruolo cruciale nei negoziati per ottenere il rilascio, da parte della gang del mare che li aveva catturati, della coppia di inglesi, ha rivelato che una parte del denaro di una delle due trance del riscatto pagato è stata prelavata dal governo somalo da un pacchetto di aiuti economici destinato alla Somalia. Aiuti di importo pari a 5,8 milioni sterline e promessi, nel marzo del 2010, dall`allora primo ministro inglese Gordon Brown al presidente del governo federale di transizione della Somalia, TFG, Sheikh Sharif Ahmed. La rivelazione è stata fatta ad un giornale di Nairobi in Kenia, il ‘The Mail on Sunday’. Ovviamente da Londra è subito giunta la smentita che il pacchetto di aiuti britannici per la Somalia possa aver contribuito in parte al pagamento del riscatto. Il Foreign Office britannico e il Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale hanno spiegato che i fondi sono stati stanziati per promuovere la pace e la stabilità nella tormentata regione africana. Inoltre, il governo inglese ha ribadito che i suoi aiuti vengono inviati attraverso le agenzie delle Nazioni Unite, altri donatori bilaterali, le ONG e gli agenti di gestione. Niente passa attraverso il governo somalo. Per cui esclude che questo possa aver prelevato alcuna somma dal pacchetto di aiuti. Ancora una volta Londra ha voluto anche ribadire la sua politica a non trattare con i pirati ne tantomeno a pagare i riscatti ai sequestratori.
Ferdinando Pelliccia