E’ finita la prigionia per i sette danesi ostaggi dei pirati somali. Dei sette, cinque facevano parte dello stesso nucleo familiare: i Johansen, il padre, Jan, la madre, Marie, e i tre loro figli Rune, Hjalte e Naja tutti minori, 17, 15 e 13 anni. Gli altri due erano i membri dell’equipaggio del loro Yacht ‘ING’, Gaster Viktor Greir e Rane Lund. I sette erano stati sequestrati lo scorso 24 febbraio mentre stavano compiendo il giro del mondo in barca a vela, dopo essere partiti nell’agosto 2009 dalla Danimarca. Il sequestro è avvenuto nell`Oceano Indiano lungo la rotta dalle Maldive al Canale di Suez. Il loro incubo è quindi durato oltre sei mesi. Oggi hanno rilasciato un comunicato stampa parlando di fatto, per la prima volta dopo il rilascio. Nel messaggio raccontano della loro esperienza e di come hanno più volte passato attraversato episodi violenti e drammatici. Essi spiegano di avercela fatta perché erano rimasti tutti insieme come gruppo riuscendo così a sopravvivere e di sentirsi ora stanchi ma felici di essere a casa sani e salvi. Infine, chiedono comprensione e rispetto da parte della stampa perché hanno bisogno di pace e tranquillità per poter tornare alla normalità. In ultimo i ringraziamenti Alle loro famiglie, che oltre ad avere vissuto un periodo difficile, hanno lottato per farli tornare a casa. Inoltre hanno ringraziato tutti coloro che hanno aiutato e sostenuto loro e le loro famiglie. Per loro infatti, ora inizia il periodo più difficile. Dopo l’inferno della prigionia inizia quello del tentativo di reinserimento e il ritorno alla vita normale. Di certo ora arriverà uno stato depressivo che si sostituirà all`euforia iniziale del ritorno a casa. In loro crescerà un forte stato di ansia accompagnato da difficoltà di concentrazione, disturbo del sonno e senso di impotenza. E’ stato sempre così per tutti gli ostaggi dei pirati che finora sono rientrati a casa dopo una lunga prigionia. Ne sanno qualcosa i marittimi del rimorchiatore italiano ‘Buccaneer’, sequestrato nell’aprile 2009 nel Golfo di Aden dai pirati somali e rilasciati dopo 4 mesi di prigionia, un inferno, e solo dopo che il governo italiano ha consegnato ai pirati somali 4 mln di euro come riscatto chiusi in 4 sacchi consegnati in mare. Per questi marittimi italiani, dopo la prigionia, è iniziato un altro inferno, quello del ritorno alla vita normale. Purtroppo sono stati anche lasciati soli senza un’assistenza nemmeno psicologica. Sarebbero tornati a casa lo scorso mercoledì dopo essere stati rilasciati dalla gang del mare che li tratteneva in ostaggio in attesa che per loro venisse pagato un riscatto. Un riscatto che sarebbe stato pagato la notte del 6 settembre e che sarebbe pari a 3 mln di dollari USA. Il denaro sarebbe stato consegnato ai pirati lanciandolo da un aereo che era giunto in zona insieme ad una nave da guerra danese che opera nell’ambito della missione antipirateria della NATO. Gli ostaggi sono stati poi, imbarcati dai predoni del mare su una piccola barca e indirizzati verso la nave da guerra danese che li attendeva. I sette danesi fino ad allora erano stati tenuti in ostaggio a bordo della MV Dover, una delle tante navi catturate dai pirati somali insieme ai loro equipaggi e trattenute in ostaggio in attesa del pagamento di un riscatto. Il governo danese, come molti altri, compreso l’Italia, almeno ufficialmente si è sempre detto non disposto a trattare con i pirati e tantomeno a pagare riscatti. Però, in questi mesi di prigionia la Danimarca ha favorito la negoziazione tra familiari ostaggi e pirati somali, anche se ufficialmente ha mostrato gli artigli. L’idea però, di un blitz militare è stato sempre accantonato specie dopo i recenti avvenimenti che hanno visto gli ostaggi uccisi dai somali nel corso di un tentativo di liberarli con la forza. La loro cattura è infatti, avvenuta giusto una settimana dopo che i pirati somali avevano ucciso quattro americani, catturati con il loro Yacht, nel corso di un blitz per liberarli.
Nel mare del Corno D’Africa e Oceano Indiano, nonostante la presenza di decine di navi da guerra, mercantili e Yacht sono facili prede dei pirati somali che infestano quei mari. Il fenomeno della pirateria marittima nel mare al largo della Somalia ha subito un forte balzo in avanti negli ultimi tre anni. Finora nelle loro mani sono cadute un centinaio di navi e almeno un migliaio di marittimi. Attualmente nelle loro mani ci sono almeno 500 lavoratori del mare di diversa nazionalità e almeno 34 navi. Tutti tenuti in ostaggio in attesa del pagamento di un riscatto. Ora nelle mani dei pirati somali, dopo il rilascio dei sette danesi, restano ancora dei cittadini europei. Tra questi 11 italiani, parte degli equipaggi della petroliera italiana ‘Savina Caylyn’ e del MV ‘Rosalia D’Amato’ catturate rispettivamente l’8 febbraio e il 21 aprile scorsi. Inoltre ci sono altri quattro cittadini danesi, parte dei membri della MV ‘Leopard Ritzau’ catturata dal 12 gennaio scorso.
Ferdinando Pelliccia