L’Unione non perde occasione per far piangere gli investitori con dichiarazioni giornaliere catastrofiche di questo e di quell’esponente, è gravemente ritardataria nelle crisi internazionali (vedi Libia), si muove come un gigante pachidermico, si blocca su nomine e incarichi, e insegue i buoi dei “Paesi Loro” – troppo spesso quando la stalla è vuota di denari e povera d’idee, anziché vigilare come avrebbe dovuto.
Tutto questo mentre anche le banche francesi non godono di buona salute e Moody’s, l’agenzia di rating, ha messo sotto esame la tripla A transalpina che potrebbe passare da “stabile” a “negativa”. Aggiungiamo pure il calo in patria per la popolarità di Sarkò e aspettiamo gli eventi.
Dopo lo sfottò ridente, il moderno “Napoleone” Sarkozy – che parla come il Capo della Grandeur che non c’è – ha dichiarato: “Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell`insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche`.
Vorremmo dire lo stesso per l’Europa, Monsieur Sarkozy, e noi senza arroganza: ma ci viene solo da saldare il pianto al pianto.

Danilo Stefani