La visita di due giorni a Napoli del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stata occasione di incontro con i familiari dei marittimi italiani prigionieri in Somalia. A Palazzo Reale, infatti, Napolitano ha incontrato i familiari di 5 marittimi, parte dei membri dell’equipaggio della petroliera italiana ‘Savina Caylyn’. La nave italiana con 22 uomini a bordo, altri 17 sono indiani, è stata catturata dai pirati somali lo scorso 8 febbraio al largo della Somalia. Ad oggi la nave si trova ancora in ostaggio in attesa di positive evoluzioni che portino al tanto auspicato rilascio. L`incontro è avvenuto a margine di un convegno sulla ‘Diplomazia della globalizzazione’ organizzato dalla fondazione Mezzogiorno Europa. Il Capo dello Stato più volte si è espresso in merito alla dolorosa vicenda della Savina Caylyn e della Rosalia d’Amato, un’altra nave italiana sequestrata nella medesima area il 21 aprile scorso, ponendo come prioritario il dover riportare a casa, sani e salvi, tutti i marittimi italiani. Questi 11 uomini di mare, fanno parte dei 500 marittimi, di diversa nazionalità che insieme alle loro navi, almeno 34, sono stati catturati ed ora sono trattenuti, come animali in gabbia, dai pirati somali. In cambio del rilascio, i predoni del mare ‘pretendono’ un riscatto. Quello del fenomeno della pirateria marittima è una delle piaghe che affligge il mare del Corno D’Africa e Oceano Indiano. Il fenomeno si è scatenato negli ultimi tre anni facendo scattare un’emergenza mondiale. Tutta la comunità internazionale dal 2008 è mobilitata a fronteggiarlo. Finora si è solo riusciti a contenerlo, ma non a debellarlo.