L’allarme del professor De Vincenti (La Sapienza): “Dalla differenziata ai termovalorizzatori, il ritardo del Paese rischia di danneggiare l’ambiente e la salute di tutti”. Anche di questo si parlerà al convegno  “Le reti che fanno crescere l’Italia”,  organizzato dalla Fondazione Italianieuropei e dall’associazione Viviani, al via giovedì a San Casciano Val di Pesa.  Sei miliardi servirebbero solo per dotare il Paese di impianti di compostaggio adeguati. Altri 12 – 13 miliardi servirebbero poi per realizzare nuovi impianti di termovalorizzazione su tutto il territorio nazionale, sulla base di una raccolta differenziata che raggiunga il 65%. Altri investimenti sarebbero infine necessari per impianti di trattamento, recupero e riciclo. Nel complesso, per una gestione dei rifiuti che non sfoci mai nell’emergenza, in Italia manca all’appello un “tesoretto” da oltre 18 miliardi di euro.

Ne è convinto Claudio De Vincenti, professore di Economia Politica alla Sapienza di Roma, già consulente economico del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero della Salute, attualmente membro del cda dell’Agenzia Italiana del Farmaco e consulente scientifico della Cassa Depositi e Prestiti. De Vincenti sarà uno dei relatori del convegno “Le reti che fanno crescere l’Italia. Territori, energia, trasporti, telecomunicazioni” organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, che per tre giorni, da giovedì 10 a sabato 12 novembre, si svolgerà tra il Teatro Niccolini e la Biblioteca Comunale a San Casciano Val di Pesa (Firenze).

Sarà l’occasione per parlare anche di rifiuti, in una provincia come quella di Firenze, in cui è annoso il dibattito sulla realizzazione dei termovalorizzatori.

“Senza interventi efficaci, il nostro Paese non solo rischia di incorrere nelle salate sanzioni pecunarie dell’Unione Europea, ma soprattutto continuerà ad offrire servizi inadeguati rispetto alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini” commenta De Vincenti.

La realizzazione di impianti di trattamento e smaltimento secondo le tecnologie più ecologicamente avanzate deve essere in testa alle prorità, secondo De Vincenti. Ma c’è da recuperare terreno, e molto, anche sul fronte della raccolta differenziata.

“L’incidenza della differenziata, in Italia, è in media del 30%, con un Nord al 45%, il Centro al 23% e il Sud al 15%. I conferimenti in discarica, che secondo le direttive europee dovrebbero essere residuali – prosegue De Vincenti –, da noi sono invece tutt’ora molto elevati”.

In media, il 53% dei rifiuti italiani finisce ancora oggi in discarica: al Nord si parla del 28%, al Centro si sale al 69%, al Sud la percentuale più elevata, con il 76%. “Almeno sei miliardi servirebbero al Paese per dotarsi di adeguati impianti di compostaggio, 12 – 13 miliardi di euro per i termovalorizzatori. Ma – spiega De Vincenti – si tenga presente che quest’ultimo calcolo è basato su una valutazione al momento ottimistica, ossia che la raccolta differenziata raggiunga in breve tempo il 65% come previsto dall’Unione Europea, un traguardo purtroppo ancora lungi dall’essere solo sfiorato nel nostro Paese. Questo rinvia all’obiettivo decisivo di un adeguato sviluppo della differenziata, in termini di modalità operative, mezzi di raccolta e impianti di trattamento, recupero e riciclo”.