Dal COISP ci perviene una segnalazione a dir poco scioccante. Il ministero chiede il risarcimento ai carabinieri che arrestarono il boss Condello (latitante da 20 anni) per i danni arrecati alla sua abitazione…pensavate di essere su scherzi a parte? No, solo in Italia, un Paese dove tutto quanto fa spettacolo ormai.
“Questo è davvero il Paese dell’up and down. Il Paese del sotto sopra, per dirla all’italiana. Le Forze dell’Ordine catturano i boss, latitanti per vent’anni, e lo Stato che fa? Siccome un blitz non è esattamente una passeggiata di salute, quindi magari qualche danno alle cose lo provoca, lo Stato chiede il risarcimento per i danni riportati a chi? Ai carabinieri che hanno portato avanti l’operazione”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta con sarcastico sdegno la notizia riportata su il ” Corriere della Calabria”, secondo la quale il Ministero degli interni, nel 2009, ha inviato una nota indirizzata a tutti i carabinieri che hanno preso parte al blitz per arrestare il boss Condello, chiedendo loro di risarcire i danni materiali causati all’abitazione in cui l’uomo è stato rintracciato dopo vent’anni di latitanza.
“A noi hanno insegnato che carta canta – continua Maccari –, ed il giornale pubblica la lettera, quindi riteniamo che la notizia sia fondata, anche se noi vorremmo che fosse una battuta, tanto restiamo basiti di fronte a queste storture di un sistema che dovrebbe difendere i suoi uomini e invece li combatte”!
“Non abbiamo contezza di come questa storia sia andata a finire –dice ancora Maccari– ma già che ci siamo e l’abbiamo appresa, magari chiediamo direttamente al ministero se è reale questa richiesta, se è stato dato seguito. Ma anche se la cosa fosse rimasta lettera morta, vorremo davvero capire quale logica sottintende a tutto ciò”.
“Magari – conclude Maccari – potremmo provocatoriamente suggerire ai colleghi di chiedere, stesso mezzo, il risarcimento danni per tutte quelle notti trascorse lontani da casa nascondendosi, mimetizzandosi, per non far saltare l’operazione e mentre rischiavi la vita per rendere questo Paese più libero, in quello stesso momento tuo figlio chiedeva di te”.