Il dolce style Monti

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E’ un bel tipino questo Mariolino Monti. Arriva al senato con la sua aria sobria, tanto decantata da giornali e Tv, e fa un discorso da preside fatto di filino di ferro che comunica come stanno le cose agli studenti che rischiano la bocciatura.

E’ ben preparato il suo discorso, si vede che ha studiato; snocciola dati, situazioni, comparazioni, numeri. Ha proprio l’aria del professore bonario che mette tutti sull’avviso, quando dice: “Certo, la situazione è grave, altrimenti non sarei qui”.

Noi, comuni ex studentelli di basso rango, lo ascoltiamo compunti e con un po’ di soggezione. Sì, soggezione, perché il prof. Monti – in meno di una settimana – ha avuto la carica di senatore e di presidente del consiglio: non male come esempio per i giovani; nel calcio la chiamano “doppietta”. Bisogna studiare nelle scuole giuste, altro che storie, non si diventa goleador istituzionale per caso.

E’ indubbio che se pensiamo alla crisi finanziaria iniziata già nell’autunno 2008, sulla scia degli scialacquoni americani, qualche perplessità ci sovviene: vuoi vedere che questi mostri sacri della finanza e della politica mondiale non hanno mai smesso di studiare? E che così occupati nell’erudirsi, non abbiano trovato il tempo per fare un po’ di “applicazioni tecniche”?

Ma tornando all’oggi, il Monti ecumenico si appella all’“Uniti si vince” e all’“Europa siamo noi”. Che bello dirsi italiani specchiati nell’Europa!

Quando la “carichetta” esplosiva del discorso montiano esplora i territori della “No Fly Zone” delle pensioni e dei beni immobiliari, arrivano i borbottii timidi dei senatori –alunni perché si capisce che in quei settori la matita rossa è già pronta.

E’ proprio strana quest’aula del senato, oggi: dove i politici non fanno i politici e dove i tecnici faranno, se i politici li voteranno. C’è l’aria dell’abdicazione dalle responsabilità. Diciamola tutta: nessuno voleva prendersi i pesanti oneri della crisi da caricarsi sul groppone. L’italiano è un popolo che non ha grandi spazi di memoria e, perciò, se sprofonderà nel baratro del fallimento, conserverà in mente un angolino per i tecnici. Invece se le cose andranno bene, quei marpioni dei politici rivendicheranno il merito di aver dato l’appoggio ai tecnici e faranno a gara per prendersi la paternità di questo o quel provvedimento: il tutto, giocando di rimbalzo e senza sudare freddo.

Nella serata il governo Monti ottiene la fiducia del senato con 281 voti: un record nella storia repubblicana.

Durante la giornata altri studenti, quelli senza mandato parlamentare, hanno manifestato – con scontri e feriti – contro il governo dei “banchieri” diretto dal professor Monti.  Sempre nella giornata, quasi bella come quella di Checco Zalone, il premier uscente Silvio Berlusconi ha rinnovato le intenzioni battagliere dichiarando che non si ritirerà per scrivere le sue memorie: ecco un altro studente per il quale “le lezioni” non finiscono mai.

A conservazione della speranza per il Paese e per la “pelle” di Monti, ecco un aforisma beneaugurante di Goethe: “ I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”. Purché non se la svignino tutti dopo l’ultima cena.

 

Danilo Stefani