Liquid Velvet © Ghis v d VijverDall’inizio di novembre sono aumentati gli attacchi pirati nel bacino somalo meridionale  e Oceano Indiano. In questa parte del mondo, negli ultimi tre giorni, si è registrato un gran fermento con ben tre attacchi a navi commerciali.

Appena 5 giorni fa, i pirati somali, dopo tanto tempo, hanno messo a segno anche un colpo. Una nuova nave è stata catturata. Si tratta della ‘MT Liquid Velvet’ una cargo molto vecchio, del 1994, per cui privo degli standard di sicurezza anti pirateria di cui si stanno dotando in massa i mercantili che devono attraversare il ‘mare dei pirati’. La nave, trasformata a nave cisterna nel 2009, era in navigazione verso Mormugao, in India. L’attacco è avvenuto nei pressi del Golfo di Aden. L’imbarcazione, battente bandiera delle Isole Marshall, appartiene ad una società armatrice greca, la ‘Elmira petroliere Mangement SA’ con sede ad Atene. A bordo 21 marittimi di equipaggio tutti di nazionalità filippina, compreso il comandante. Il nuovo episodio di pirateria marittima si è consumato all’alba del 31 ottobre scorso quando i predoni del mare sono riusciti a salire a bordo dell’imbarcazione, e dopo aver preso in ostaggio l’equipaggio, l’hanno dirottata verso la Somalia. E’ questa la destinazione di ogni nave catturata dai pirat. Lungo la costa della regione semiautonoma della Somalia, il Puntland sono localizzati  i lori covi. E qui poi, che le gang del mare  trattengono, alla fonda, le ‘prede’ catturate in attesa che qualcuno paghi un riscatto per il loro rilascio. Proprio per il fatto che ritengono le coste somale sicure, dopo la cattura di un mercantile, i predoni del mare sono disposti ad affrontare anche una lunga navigazione pur di raggiungerle. La ‘MT Liquid Velvet’ dovrebbe essere alla fonda al largo di Bandar Murcaayo o Rasu Bina comunque vicino al covo pirata di Bargal da dove sembra provenissero i pirati che l’hanno catturata. Sembra quasi che si debba credere che i predoni del mare, dopo aver chiuso le trattative per il rilascio della ‘MV BLIDA’, che è stata rilasciata nei gironi scorsi, dopo oltre 11 mesi di prigionia, abbiano voluto rimpiazzarla.  Nelle ultime 24 ore poi, è stato catturato anche un peschereccio di Taiwan ‘ FV Wen Yi Chin’ la cui sigla è BH3361.
La cattura è avvenuta al largo delle coste dell’arcipelago delle Seychelles, nell’Oceano Indiano. A bordo dell’imbarcazione un equipaggio di 28 membri: 9 cinesi, 8 filippini, 5 indonesiani e 6 vietnamiti.  In genere i pescherecci catturati vengono utilizzati dai pirati somali come ‘navi madri’. Si tratta di basi in mare da cui vengono poi, lanciati all’arrembaggio i veloci barchini pirati. Il primo di novembre era invece, scampato al pericolo un’altra nave da pesca, ‘FV Torre Giulia’. L’attacco pirata, avvenuto a sud-est della città somala di Kismayo, era stato respinto grazie alla presenza a bordo di un team di sicurezza armato. Con queste ultime gesta i pirati somali ha rotto l’incantesimo che da circa 80 giorni impediva loro di ‘mettere le mani’ su di un mercantile. Era infatti, dal 20 agosto scorso che non veniva catturata una nave. Dopo tanto tempo finalmente i predoni del mare possono esultare. Con la fine della stagione dei monsoni, metà mese di settembre, i banditi del mare somali sono subito tornati a ‘cacciare’. In poco più di un mese si sono registrati almeno 26 tentativi di catturare altrettanti navi. Attacchi però, per lo più respinti dai team di sicurezza a bordo delle navi arrembate o grazie alle manovre evasive adottate dagli equipaggi almeno fino a pochi giorni fa.

Ferdinando Pelliccia