Si intensifica la pressione della comunità internazionale sulla Siria perché ponga fine alle violenze contro l’opposizione. Mercoledì la Lega Araba ha posto un ultimatum di tre giorni al regime, minacciando sanzioni economiche. Già operativo invece un nuovo pacchetto di sanzioni da parte dell’UE che riguardano 18 siriani, che si aggiungono ai 56 già colpiti dal congelamento dei beni e dei visti.

Intanto la Siria ha detto un sì di principio all’arrivo di osservatori arabi. Damasco ha inviato un messaggio al segretario generale della Lega Araba Nabil el Araby contenente un progetto di protocollo sullo status giuridico e sul ruolo della missione di osservatori arabi decisa il 16 novembre. Nel documento sono contenute modifiche alla proposta di missione fatta dalla Lega araba e che l’organismo panarabo sta attualmente esaminando.

L’attenzione internazionale è puntata sull’Onu, sollecitato anche dall’Italia ad adottare, nell’ambito del Consiglio di Sicurezza, una posizione comune che possa rendere efficace la pressione sulle autorità siriane per porre fine alle repressioni violente ed avviare una transizione democratica e condivisa tra le varie etnie. L’Italia è stata, nell’agosto scorso, il primo Paese europeo a richiamare per consultazioni il proprio Ambasciatore a Damasco mentre ha concorso a determinare la posizione dell’Europa nei confronti del regime siriano.

Un appello alle Nazioni Unite affinché il Consiglio di Sicurezza assuma le proprie responsabilità in relazione alla situazione in Siria è stato fatto dai ministri degli esteri Ue riuniti lunedì scorso a Bruxelles. Dal Consiglio di Sicurezza è comunque venuta una “ferma condanna” contro gli attacchi delle diverse ambasciate e sedi consolari in Siria. I membri del Consiglio di sicurezza hanno ribadito il loro appello alle autorità di Damasco a rispettare pienamente i loro obblighi internazionali di protezione delle sedi e del personale diplomatico.