Oltre 30 Carabinieri delle Compagnie di Andria e Barletta hanno dato il via, all’alba di ieri mattina, all’ultimo atto dell’operazione denominata “Drugstore” che il 1° agosto 2008 aveva portato all’esecuzione di 13 Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Trani, nei confronti di altrettante persone, tutte appartenenti ad un pericoloso sodalizio criminale noto come la banda dei fitofarmaci, accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata ai furti, alla ricettazione ed al riciclaggio di prodotti per l’agricoltura.
Con l’operazione di ieri, quindi, sono stati eseguiti 8 Ordini di Carcerazione emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, in esecuzione della sentenza definitiva emessa il 25 novembre 2011 dalla suprema Corte di Cassazione. Gli arresti sono stati eseguiti nei comuni di Canosa di Puglia (Bt), Cerignola, Fabriano (An) e Toro (Cb).
A seguito di tale provvedimento, che prevede pene definitive variabili tra 1 e 4 anni di carcere, è stato inferto un durissimo colpo al fiorente mercato clandestino che da anni inquinava la corretta e regolare distribuzione degli agrofarmaci su vaste aree del territorio nazionale.

Profilo e modus operandi del Sodalizio
Di particolare interesse sono state le informazioni acquisite in relazione ai diversi livelli operativi dell’organizzazione ed al suo “modus operandi”. Si tratta di un gruppo formato da soggetti di Canosa, Andria e Cerignola, territori in cui la diffusa matrice criminale consente anche di poter contare sulla più chiusa omertà, con sede operativa in Canosa di Puglia e facente capo ad un 44enne del posto. Quest’ultimo aveva alle dipendenze due luogotenenti con il compito di promuovere ed organizzare i colpi. A seguire gli esecutori materiali dei furti, distribuiti spesso in una o più bande che trasportavano in Puglia la refurtiva sottratta a consorzi e ditte del Nord Italia. A caratterizzare il sodalizio, una vasta disponibilità di mezzi, anche noleggiati, utili al trasporto del materiale trafugato ed un estremo dinamismo su tutto il territorio nazionale, in particolare lungo la dorsale orientale.
La banda studiava i furti in ogni particolare. Molto spesso con la scusa dell’acquisto di un prodotto, alcuni suoi componenti si recavano nella sede delle società. Qui controllavano la disposizione del locale, individuavano dove erano custoditi i fitofarmaci e chiedevano ai titolari se avessero la disponibilità di prodotti specifici di ingente valore senza procedere a nessuna spesa. Nei giorni successivi, in ore notturne, penetravano nei depositi inibendo i sistemi di allarme mediante l’oscuramento o dei sensori di movimento o delle videocamere di sorveglianza con schiuma e cartone da imballaggio e si impossessavano dei prodotti di loro interesse. Di lì la merce partiva per la Puglia dove veniva nascosta in luoghi già predisposti per la successiva commercializzazione.

Le indagini
Le indagini, partite nel febbraio 2007 a seguito di un furto avvenuto in una rivendita di prodotti agricoli della provincia di Alessandria e che portarono fino ad un 35enne di Andria, hanno permesso di evidenziare l’esistenza di una collaudata catena di distribuzione e smercio dei fitofarmaci. Questi ultimi infatti potevano seguire due strade. La prima costituita dal mercato clandestino. L’altra da quella legale tramite l’emissione di false fatture da parte di società “fantasma” utili a ripulire la refurtiva che veniva poi venduta agli utilizzatori finali attraverso ditte compiacenti e “fidate”.
Da rilevare la pericolosità dell’attività posta in essere dal sodalizio non solo per lo spiccato profilo criminale dei suoi appartenenti ma anche per quel che riguarda il trasporto, maneggio e vendita dei fitofarmaci. Si tratta infatti di un gruppo eterogeneo di sostanze, spesso tossiche, per le quali vige una specifica e severa legislazione. Per poterli vendere, acquistare e impiegare, infatti, è necessaria un’apposita licenza chiamata “patentino” rilasciata al fine di ridurre al minimo gli effetti nocivi sull’uomo, l’ambiente e gli animali.

I numeri dell’indagine:
– Oltre 30 Carabinieri impegnati;
– 1 sodalizio criminale sgominato;
– 8 Ordini di Carcerazione (6 in carcere e 2 ai domiciliari) per associazione a delinquere finalizzata ai furti e ricettazione di prodotti per l’agricoltura ed al successivo riciclaggio;
– pene definitive variabili tra 1 e 4 anni di carcere;
– 67 tra furti e tentati furti contestati all’organizzazione;
– circa 350mila euro il valore della merce asportata.