Siria: seggi aperti per elezioni municipali

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Si sono aperti i seggi in Siria per le elezioni municipali, le prime consultazioni dall’inizio delle proteste anti-regime. Circa 43.000 candidati si sfidano per aggiudicarsi i 17.588 seggi dei diversi consigli a testimonianza, ha sottolineato il governo di Damasco, che “in Siria la democrazia è una pratica da anni consolidata”. L’opposizione tuttavia insiste nel chiedere la caduta del regime, accusato di aver provocato diverse migliaia di morti negli ultimi nove mesi. Ieri attivisti hanno avviato una campagna di disobbedienza civile, che prevede diverse iniziative, tra cui uno sciopero generale convocato per ieri e a cui hanno aderito, secondo fonti non ufficiali, circa il 30 per cento dei commercianti nelle principali città. Stasera, invece, scade l’ultimatum imposto dalle forze del presidente Bashar al Assad che assediano Homs, terza città del Paese a nord di Damasco, alla cittadinanza perché metta fine alle proteste.

Sul fronte diplomatico, la Lega Araba ha deciso di riunirsi sabato prossimo per discutere la risposta all’accettazione condizionata da parte della Siria di un piano di pace arabo. La Lega Araba ha proposto a Damasco un piano che prevede il ritiro delle truppe dalle città e l’ingresso nel Paese di osservatori stranieri e l’ha minacciata di pesanti sanzioni economiche se non lo accetterà. La Siria ha risposto ponendo numerose condizioni e la Lega ha rinviato più volte l’ultimatum per far scattare le sanzioni. Anche l’Italia è per una strategia di rafforzamento delle sanzioni contro Assad ed i suoi più stretti sostenitori, che passi attraverso una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il presente ed il futuro della Siria sono stati al centro di un colloquio alla Farnesina, sabato scorso, tra il Ministro Giulio Terzi ed i rappresentanti del Consiglio Nazionale Siriano (Cns), piattaforma di oppositori all’estero di cui fanno parte anche i comitati di coordinamento locale degli attivisti in patria.

L’obiettivo “prioritario” dell’Italia, ha assicurato Terzi, è di “porre fine” alla spirale di violenza per avviare una “stabilizzazione” del Paese. Per questo, il governo proseguirà a lavorare per una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu che “chiarisca erga omnes questa impostazione di pressione economica sul regime”. Il Presidente del Cns Burhan Ghalioun ha chiesto alla comunità internazionale di “fare di più” per convincere la Russia, che finora si è opposta alla strategia sanzionatoria. Nell’immediato, c’è anche il problema dell’assistenza ai civili. I corridoi umanitari sono difficili da aprire per via dello spiegamento di forze del regime, ha rilevato Terzi, ipotizzando come soluzione l’arrivo in Siria degli osservatori della Lega Araba per stabilizzare alcune zone e favorire l’accesso degli aiuti.