Calcio. La logica dello spezzatino

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Tutto cambia, non sempre in meglio. Il calcio moderno propone una logica di frammentazione delle partite che ricorda da vicino la cucina molecolare di Ferran Adrià. Solo che non siamo a Barcelona, ma nello Stivale, e anche all’ora di pranzo non è più tempo di pasta tirata a mano e chiacchiere con la suocera. Perchè a quell’ora può capitare ai distratti di ricordarsi di una partita importante a metà del secondo tempo, quando ormai anche le melanzane alla parmigiana sono già finite da un pezzo. E pensare che mentre la tua squadra del cuore passava un brutto quarto d’ora tu stavi brigando per il bis di spezzatino con patate novelle, ti fa sentire in colpa. Ma per fortuna, nel mezzo di un amaro, con un goccio di caffè ancora caldo, parte “Tutto il calcio minuto per minuto”. A volte le partite rimaste sono quattro. Perchè una è appena andata, e le altre cinque sono volate via come ciotoline agli aperitivi, con un esaltante apertura di venerdì, piccante come crostini alla ‘nduja, e un sabato strutturato con l’assaggio di risotto con salsiccia fresca e un buon prosecco che coincide con la partita dell’aperitivo e fresche pennette alla wodka che sfidano la tartare alla moda di Parigi durante le due partite di cartello. Domenica sera è come i postumi di un’indigestione di calcio e cibo, che fa riaffiorare il peccato originale del martedì e del mercoledì di coppe, tutto bresaola e grana con un filo d’olio e il gran revival del fritto all’italiana. Perchè si sogni almeno ora, prima che anche il cibo, come il calcio perda ogni gusto.